'Senza memoria del passato non si regge nessuna società': è racchiuso in questa frase di Giovanni Bazoli il senso e l'obiettivo della due giorni 'La Storia pubblica. Memoria, fonti audiovisive e archivi digitali', organizzata da Intesa Sanpaolo alle Gallerie d'Italia di Milano. Il presidente emerito della banca ha aperto i lavori della kermesse che si concluderà domani, curata da Aldo Grasso, direttore scientifico del Centro di Ricerca sulla Televisione e l'Audiovisivo, ricordando che 'il ruolo di un'istituzione bancaria di rilevanza nazionale è quello di concorrere sia alla crescita economica del Paese, sia a quella culturale e civile. Per questo - ha aggiunto - accogliamo questo importante appuntamento nelle nostre Gallerie d'Italia, in uno spazio che vuole essere oltre che un luogo di valorizzazione dell'arte e della bellezza anche un luogo di riscoperta del senso della nostra storia'. Per riscoprire, non dimenticare e anzi divulgare il più possibile la storia, materia esclusa dalle tracce dell'esame di maturità, possono essere fondamentali anche i nuovi media audiovisivi. 'In questi ultimi anni è successo qualcosa di sorprendente e rivoluzionario con la digitalizzazione - ha spiegato Grasso - ha permesso una maggiore fruibilità delle immagini, ha permesso che gli archivi siano fruibili anche da remoto e soprattutto ha permesso un cambiamento teorico: le immagini non vengono più considerate solo come illustrazioni, ma diventano una fonte primaria'. 'Nessuno storico della contemporaneità oggi potrebbe mettersi a raccontare gli ultimi anni del nostro Paese o dell'Europa e del mondo senza attingere alla tv, alle immagini che hanno raccontato la storia in diretta', ha detto ancora il curatore dell'evento secondo cui 'senza il passato, non possiamo immaginare il futuro'. Secondo Barbara Costa, responsabile dell'Archivio storico di Intesa Sanpaolo, 'i filmati e gli audiovisivi sono fonti al pari delle altre, hanno la stessa dignità di quelle più tradizionali; come tali vanno lette criticamente e sono importantissime per la ricostruzione della storia degli ultimi anni'. Immagini che raccontano tanto, ma non tutto: 'Sono fallaci', ha precisato lo storico Paolo Mieli intervenendo al convegno. 'Non parlano da sole, sono ritoccabili e vanno interpretate. Bisogna fare un lavoro immenso di esegesi fine e puntuale, se si vuole presentare un'immagine come fonte storica', ha aggiunto. E se dovesse pensare alle immagini più attuali che passeranno alla storia, Mieli cita 'l'immagine del bus incendiato a San Donato Milanese: quelle sono immagini che resteranno non solo per il fatto specifico, di cui ormai sappiamo molto, ma perché contengono molte informazioni del presente, ad esempio che tra ragazzi immigrati o di seconda generazione c'è una simbiosi perfetta. Contengono informazioni secondarie molto importanti per il racconto dell'Italia di oggi'. Nella due giorni dedicata a storia e nuovi media sono intervenuti, tra gli altri, anche ospiti internazionali come Jerom Bourdon, dell'Università di Tel Aviv, e Serge Noiret dell'European University Institute.
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