Nel 2019 le vendite globali di arte e oggetti d’antiquariato hanno raggiunto i 64 miliardi di dollari (circa 52 mld di euro), in calo del 5% rispetto al 2018. “È evidente come l’incertezza economica abbia inciso anche sugli investimenti d’arte in base a un trend che è proseguito in maniera molto più evidente nel corso del 2020 a causa della crisi globale procurata dal Covid-19”. E’ quanto viene evidenziato nel volume “Collezionisti e valore dell’arte in Italia”, promosso da Intesa Sanpaolo Private Banking, edito da Gallerie d’Italia-Skira.
"I dati del 2020 saranno disponibili a fine febbraio, ma già ora possiamo dire che l’Italia muove all’incirca l’1% del mercato globale dell’arte”, spiega l’a.d. di Fideuram–Intesa Sanpaolo Private Banking, Tommaso Corcos. "Per i nostri clienti il mondo dell’arte rappresenta un settore di notevole interesse, verso il quale proponiamo una consulenza dedicata, che arricchisce i numerosi servizi già previsti per la clientela private”. Il mercato italiano "può sembrare apparentemente piuttosto piccolo ma in realtà non lo è - aggiunge Gregorio De Felice, Chief Economist di Intesa Sanpaolo -. Gli artisti italiani tendono a vendere e operare sempre di più anche sui mercati esteri, così come, molti collezionisti italiani comprano direttamente su piazze straniere”. L’auspicio è che “sia tutelato il più possibile il patrimonio artistico e culturale del nostro paese che è uno dei beni più importanti che abbiamo”.
Secondo l’analisi, i collezionisti hanno un’età media poco superiore ai 58 anni, prevalgono gli uomini (75%) rispetto alle donne e risiedono per il 70% nelle regioni più ricche del Paese (Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia-Giulia), al Centro l’11%, al Sud il 7% e all’estero il 4%. Inoltre sono laureati, in prevalenza imprenditori, liberi professionisti, o dirigenti d’azienda. Il 94% colleziona arte contemporanea. I fattori emotivi sono predominanti nella scelta delle opere e della composizione della collezione (98%), anche se il 30% circa del campione ha espresso almeno una motivazione di natura economica.
"Oggi abbiamo una grande disponibilità di dati sul mercato dell’arte, di gran lunga superiore al passato – afferma De Felice -. E’ un mercato sempre più trasparente, accessibile e comunque, più grande e più globale”. Secondo Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo "questo volume può essere l’inizio di un percorso che sempre di più, anno dopo anno, ci mette nella vera ed effettiva condizione di conoscere l’importanza artistico culturale ed economica dello straordinario patrimonio artistico e culturale del nostro Paese”.
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Intesa Sanpaolo