(ANSA) - ROMA, 01 LUG - 'L'era dell'indipendenza', libro
scritto dal primo presidente del Kazakhstan, Nursultan
Nazarbayev, è stato tradotto in italiano e presentato oggi a
Villa Manzoni, sede dell'ambasciata del Paese a Roma. Il padrone
di casa, l'ambasciatore Yerbolat Sembayev, ha evidenziato il
sostegno della Fondazione di Nursultan Nasarbayev a
quest'iniziativa editoriale.
"Il libro descrive l'essenza del modello di sviluppo kazako e
delle sue forze trainanti", ha dichiarato il diplomatico, che ha
richiamato la costruzione di un'economia di mercato e gli
incontri del primo presidente kazako con i leader
internazionali: "George W. Bush gli disse aveva la possibilità
di entrare nella storia del Kazakhstan come George Washington
aveva fatto in quella degli Stati Uniti".
Igor Rogov, presidente della Fondazione, ha spiegato online
che il libro è uscito nel 2017 in lingua kazaka e russa,
suscitando l'interesse che ha portato alle successive
traduzioni. "Nazarbayev è il padre fondatore di un nuovo sistema
statale kazako. Con lui siamo passati a una nuova economia, ma
anche a riforme in ambito sociale finalizzate al miglioramento
della qualità della vita", ha detto Rogov, che ha ricordato la
presenza in Kazakhstan di 150 etnie diverse e 17 confessioni
religiose, l'ingresso del Paese nel 2016 come membro non
permanente nel Consiglio di sicurezza dell'Onu e lo sviluppo del
capitale umano grazie a borse di studio per la formazione dei
giovani all'estero.
Edmondo Cirielli, questore della Camera, membro del partito
FdI e presidente del gruppo di amicizia 'Kazakhstan-Italia', ha
rievocato le profonde relazioni tra le due nazioni, tanto che
oggi il nostro Paese è il primo in Europa per interscambi
commerciali con il Kazakhstan: "La profonda simpatia tra i
nostri popoli si deve anche all'affinità storica dovuta alla
grande tradizione imperiale e diplomatica, nonché al profondo
rispetto della diversità e alla tolleranza religiosa", ha
affermato, precisando che "il Kazakhstan è un Paese ancorato
alla Russia ma sa guardare alla cultura europea, e lo Stato e il
popolo kazako hanno una vocazione pacifica".
Paolo Ghirelli ha ripercorso le tappe della Camera di
Commercio italo-kazaka, da lui presieduta e diventata tale nel
2008, dopo la sua nascita come associazione italo-kazaka nel
1992 per iniziativa dell'allora presidente dell'Eni, Gugliemo
Moscato, che oggi ne è presidente onorario: "Attiviamo
importanti partnership e promuoviamo incontri finalizzati allo
sviluppo, sia per le nostre Pmi che per quelle kazake, da
implementare anche per assicurare posti di lavoro ai giovani".
Alessandro Arborio Mella di Sant'Elia, console onorario del
Kazakhstan in Sicilia, ha passato in rassegna "la dimensione di
statista, umana e di kazako" di Nazarbayev, rilevando che il
Kazakhstan "in poco più di un quarto di secolo si è posizionato
tra i 50 Paesi più sviluppati del mondo e mira a rientrare fra i
primi 30 dopo un ruolo di secondo piano quando era parte
dell'Urss" in un "processo di modernizzazione non immune da irti
ostacoli" ma ormai avviato, che vede quest'anno il Paese
presiedere l'Unione doganale eurasiatica.
Proprio quest'ultima, secondo il presidente dell'Istituto
internazionale per le analisi globali 'Vision & Global Trends',
Tiberio Graziani, "fa tesoro dell'insegnamento dell'Unione
europea ed è il frutto di un lungo lavoro di costruzione sul
piano sociale ed economico che vede nell'Italia uno dei suoi
principali partner". Graziani ha insistito anche sulla modernità
del Kazakhstan tra i due colossi della regione eurasiatica,
Russia e Cina: "Il Kazakhstan si è aperto al mondo ed è ormai
attore globale, data la sua posizione in Asia centrale", ha
concluso. (ANSA).