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Pa: commercialisti, iniqui compensi per revisori Enti locali

Webinar professionisti domani con Anci, 'adempimenti complessi'

Redazione ANSA ROMA

(ANSA) - ROMA, 14 APR - I commercialisti italiani ammoniscono i colleghi a valutare con "estrema attenzione l'opportunità di accettare incarichi di revisore negli enti locali, che prevedono compensi manifestamente inadeguati in relazione al numero e alla complessità degli adempimenti o, comunque, iniqui alla luce dei parametri indicati" dall'apposito decreto ministeriale sulle remunerazioni. La raccomandazione rivolta dal Consiglio nazionale dei professionisti trova posto nel documento che sarà illustrato domani nel corso del webinar "I controlli negli enti locali, tra compiti nuovi e vecchie questioni", organizzato dallo stesso Consiglio con la Fondazione nazionale dei commercialisti e con il patrocinio dell'Anci, Associazione nazionale dei comuni italiani. Per il consigliere nazionale dei commercialisti Davide Di Russo si intende così "favorire una risposta coordinata della professione dinanzi a pratiche inammissibilmente lesive del decoro del professionista e del complementare interesse pubblico, costituzionalmente tutelato, a una prestazione di qualità, impossibile da garantire al di sotto dei livelli minimi di remunerazione coincidenti con la nozione di "equo compenso". Per questo, aggiunge, "invitiamo i nostri colleghi anche a segnalare al Consiglio nazionale, per il tramite degli Ordini territoriali di appartenenza, offerte di compensi al di sotto del limite massimo della fascia demografica immediatamente inferiore". Sulla base dei dati del ministero dell'Interno relativi al 2021, "sono 7.228 gli enti locali soggetti a estrazione dell'organo di revisione. Di questi, 6.512 sono enti con popolazione inferiore a 15.000 abitanti e per i quali è previsto un organo di revisione monocratico; per i restanti 716 è previsto un organo collegiale". e, si legge in una nota, "da un primo campione analizzato dalla Fondazione nazionale dei commercialisti emerge che il 23% dei comuni non tiene conto delle indicazioni" del decreto ministeriale sui compensi. "Una situazione non circoscritta agli enti di minori dimensioni ma, secondo i commercialisti, addirittura più frequente negli enti con popolazione superiore ai 15.000 abitanti", si legge, infine. (ANSA).
   

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