(ANSA) - ROMA, 25 NOV - "Fra le donne inoccupate, ma in cerca
di lavoro, ben il 5,8% è stato vittima di violenza nell'ultimo
anno (contro una media generale del 4,5%)", ma il "dato potrebbe
essere fortemente sottodimensionato, considerato che, proprio in
corrispondenza di situazioni di disagio educativo ed economico,
si riscontra minore propensione alla denuncia" di abusi. Lo si
legge nel report che della la Fondazione studi dei consulenti
del lavoro, sulla base dei dati Istat, ha realizzato, in
occasione della ricorrenza di oggi, 25 novembre, Giornata
internazionale per l'eliminazione della violenza contro le
donne. E, va avanti l'analisi dei professionisti, laddove la
violenza si manifesta con maggiore gravità, come nel caso dello
stupro, o del tentato stupro, "è più frequente che la vittima
sia una donna non lavoratrice: il 9,2% di coloro che sono in
cerca di occupazione dichiara, infatti, di aver subìto questo
tipo di abusi nel corso della propria vita, contro il 5,4% della
media generale". La pandemia, poi, si legge, "ha innescato una
nuova crescita del fenomeno, soprattutto degli episodi consumati
in ambito familiare/affettivo, rischiando di portare ad una
recrudescenza" di tali fatti. Per la presidente del Consiglio
nazionale dei consulenti del lavoro Marina Calderone, "oltre
alla legge sulla parità salariale di genere e alle nuove risorse
varate dal Governo per le vittime di abusi domestici, è
importante che il Parlamento approvi il disegno di legge contro
le molestie sessuali nei luoghi di lavoro, così come richiesto
all'Italia dall'Oil (l'Agenzia delle Nazioni unite specializzata
sui temi del lavoro e del sociale, ndr), per supportare i datori
di lavoro nell'adozione di misure adeguate a prevenire e
contrastare atti di violenza e molestie, tutelando - chiude - la
riservatezza dei soggetti coinvolti e impedendo atti ritorsivi,
o discriminatori nei confronti di chi denuncia". (ANSA).