(ANSA) - BOLOGNA, 05 NOV - Pesano gli effetti della pandemia
sulle forze lavoro in Emilia-Romagna: nel secondo trimestre 2020
si è registrata una decisa inversione che interrompe il trend
positivo che durava da più di quattro anni. A fine giugno i
lavoratori sono 36.148 in meno (-2,1%). Crescono i lavoratori
delle costruzioni, tengono nell'industria, si riducono
nell'agricoltura e nel commercio. È quanto emerge da uno studio
di Unioncamere Emilia-Romagna che ha elaborato i dati del
registro imprese Camere di commercio sugli addetti delle
localizzazioni di impresa con sede legale in regione o altrove.
A livello nazionale i lavoratori sono diminuiti dell'1,3% nel
secondo trimestre, elemento che secondo gli analisti si spiega
con la maggiore forza con la quale la pandemia ha colpito il
nord d'Italia nella prima parte dell'anno. In regione la
tendenza è determinata dai dipendenti (-2,2%), mentre è più
contenuta negli indipendenti (-1,6%).
Quanto ai macrosettori, la flessione non è omogenea: il dato
trimestrale tendenziale regionale è stato determinato dal
settore dei servizi, nel quale gli addetti sono scesi del 3,4%
in un anno. La riduzione deriva dal terziario, commercio
escluso, che ha pagato duramente lo scotto delle misure di
prevenzione della pandemia (-3,9%). Nel commercio dinamica
inferiore, con un calo del 2,2%. L'industria ha mostrato una
discreta tenuta (-0,1%). Nelle costruzioni, che resiste grazie a
misure di stimolo prefigurate dai provvedimenti governativi, i
lavoratori sono lievemente aumentati (+0,4%). (ANSA).