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Vaccini: S.Sede, trasparenza e collaborazione, no ad antagonismo

Pontificia Accademia per la Vita, "rischio di forti ingiustizie"

    "Di fronte ai gravissimi problemi che si stanno presentando in ordine alla produzione ed alla distribuzione del vaccino per il Covid-19", la Pontificia Accademia per la Vita "ribadisce con forza l'urgenza di individuare opportuni sistemi per la trasparenza e la collaborazione". Lo afferma la Pontificia Accademia per la Vita in una dichiarazione riguardante i vaccini Covid-19. "C'è troppo antagonismo e competizione e il rischio di forti ingiustizie", aggiungono il presidente, arcivescovo Vincenzo Paglia, e il cancelliere, mons. Renzo Pegoraro.

    La Pav ricorda che papa Francesco già nel Messaggio Urbi et Orbi dello scorso Natale aveva rivolto una richiesta pressante "ai responsabili degli Stati, alle imprese, agli organismi internazionali, di promuovere la cooperazione e non la concorrenza, e di cercare una soluzione per tutti: vaccini per tutti, specialmente per i più vulnerabili e bisognosi di tutte le regioni del Pianeta". Secondo l'Accademia per la Vita, "queste parole richiedono un ascolto responsabile da parte di tutti, della comunità cristiana, dei credenti, di tutti gli uomini e donne di buona volontà".

    Viene citato inoltre il documento congiunto del 29 dicembre scorso del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale e della Pontificia Accademia per la Vita sull'importanza della vaccinazione e sulle modalità perché il vaccino sia un bene comune di tutti. E si chiedeva, tra l'altro, di superare la logica del "nazionalismo vaccinale", intesa come tentativo dei diversi Stati di avere il proprio vaccino in tempi più rapidi, procurandosi comunque per primi la quantità necessaria per i propri abitanti.

    "Vanno promossi e sostenuti accordi internazionali per gestire i brevetti in modo da favorire l'accesso di tutti al prodotto ed evitare possibili cortocircuiti commerciali, anche per mantenere il prezzo calmierato pure in futuro - prosegue la dichiarazione -. La produzione industriale del vaccino dovrebbe diventare una operazione collaborativa tra Stati, imprese farmaceutiche e altre organizzazioni in modo che possa essere simultaneamente realizzata in diverse zone del mondo". Secondo la Pav, "è una occasione straordinaria per un nuovo futuro più solidale", e "questo è stato possibile - almeno in parte - per la ricerca".

    "Con lo stesso spirito - sottolinea - si deve avviare una sinergia positiva valorizzando gli impianti di produzione e distribuzione disponibili nelle diverse aree in cui i vaccini verranno somministrati, sulla base del principio di sussidiarietà". "È quindi da evitare - avverte - che alcuni Paesi ricevano il vaccino molto in ritardo a causa di una riduzione di disponibilità dovuta all'acquisto previo di ingenti quantitativi da parte degli Stati più ricchi".

    "La distribuzione del vaccino richiede una serie di strumenti che vanno precisati e realizzati per raggiungere gli obiettivi concordati in termini di accessibilità universale - conclude -. Un sollecito ai governi nazionali e alle organizzazioni dell'Unione Europea e dell'Oms per attivarsi in questo senso, appare sempre più forte ed urgente".
   

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