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Industry 4.0: Manpower, robot non sostituirà umani in 92% casi

Più occupati in reparti produttivi,meno in contabilità e finanza

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ROMA - I datori di lavoro non intendono sostituire i loro dipendenti con dei robot: nella stragrande maggioranza dei casi la rivoluzione industriale 4.0 non produrrà quindi una riduzione degli organici. È quanto emerge dal report "Skills Revolution" di ManpowerGroup secondo il quale il 92% dei 20.000 datori di lavoro intervistati in 42 Paesi prevede di mantenere invariati o addirittura aumentare gli organici a causa dell'automazione.

Per quanto riguarda l'Italia, la maggior parte dei datori di lavoro dichiara che, sul breve periodo, la digitalizzazione determinerà un guadagno netto in termini di occupazione, mentre solo il 6% prevede di diminuire gli organici a causa dell'automazione. Con il passaggio al digitale, la maggior parte delle aziende avrà quindi bisogno di più persone, non di meno. L'impatto però varia a seconda della funzione.
I reparti produttivi sono quelli in cui è previsto il maggiore aumento di personale, al contrario contabilità, finanza e customer care prevedono le maggiori riduzioni di organico dovute all'automazione.
La maggior parte delle aziende in Italia - continua lo studio - prevede che il personale nel settore delle risorse umane resterà stabile, il settore finanziario sarà invece un po' più debole con una differenza fra aumento e diminuzione del personale del -6%.
Il rapporto è stato oggetto dell'incontro "Human Solutions for the Skills Revolution. Insight dal World Economic Forum 2018" tenutosi oggi alla Luiss Business School a cui hanno partecipato, tra gli altri, anche Stefano Scabbio president Mediterranean, Northern and Eastern Europe di ManpowerGroup, Riccardo Barberis amministratore delegato di ManpowerGroup Italia, Stefano Donnarumma ceo Acea e Paolo Boccardelli direttore della Luiss Business School.

"Sul lungo periodo, nelle attività routinarie sarà più facile che si verifichi un effetto sostituzione fra robot e umani, ma credo anche che si creeranno nuove opportunità lavorative legate all'innovazione e nuove competenze", ha spiegato l'ad di ManpowerGroup Italia Riccardo Barberis aggiungendo che mai come oggi le ricerche indicano che "le soft skill - che i robot non potranno mai replicare - sono le più ricercate".

I risultati dell'indagine confermano questa visione, mettendo in luce che il 97% delle aziende che prevede di aumentare il personale dichiara che la capacità di collaborare rappresenta la soft skill più preziosa, seguono quella di problem solving e di organizzazione.
Per affrontare al meglio le sfide che la rivoluzione tecnologica pone al mondo del lavoro, secondo Stefano Scabbio, "bisogna capire come cambiano le competenze e come la tecnologia sta accelerando l'esigenza che le aziende hanno di queste nuove competenze". Le skill indispensabili ad ogni livello di organizzazione sono tre: "quelle soft, quelle tecniche e quelle digitali", ha poi aggiunto il president Mediterranean, Northern and Eastern Europe di ManpowerGroup.

Sulla assoluta necessità delle soft skill è d'accordo anche il ceo di Acea, Stefano Donnarumma, che vede nella capacità di imparare quella più importante di tutte. Tra le altre competenze indispensabili per industrializzare un processo dal punto di vista digitale e renderlo eseguibile - prosegue il manager - "ci sono poi quelle analitiche". Alle aziende, infatti, "non servono solo informatici e ingeneri elettronici, ma anche ingegneri di processo e persone che sappiano comunicare bene e gestire un gruppo di lavoro".

Creatività, approccio al rischio e in generale capacità di natura socio-emotive e relazionali sono sempre più ricercate dalle imprese. Ne è convinto anche il direttore della Luiss Business School, Paolo Boccardelli, secondo il quale una competenza chiave è oggi la capacità di comprendere e interpretare il cambiamento: "catturandolo e declinandolo all'interno delle proprie organizzazioni. Le società hanno bisogno di persone caratterizzate dalla leadership trasformativa, una capacità che deve essere diffusa all'interno di tutta l'organizzazione e non sia solo nei ruoli apicali", ha concluso.

In collaborazione con:
Manpower Italia Srl

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