Più manager per più produttività e crescita. E' la ricetta di Federmanager all'assemblea nazionale 'L'Italia che costruisce'.
L'appuntamento è un'occasione per contarsi, a partire dai dati Inps, e vedere che la riduzione dei manager nell'industria italiana si è finalmente fermata. I dirigenti sono oltre 70.572, in linea con quelli del 2017 e poco al di sotto al livelli dell'anno precedente. E per il futuro una spinta potrebbe arrivare da strumenti che il presidente di Federmanager, Stefano Cuzzilla, definisce "vitali per per aiutare in particolare le Pmi a dotarsi di managerialità", come il voucher innovation manager.
L'annuncio dell'approvazione del decreto attuativo di questa misura della manovra 2019, che prevede fino a 40 mila euro alle imprese che si affiancano a dirigenti esperti di digitalizzazione e innovazione, arriva proprio durante l'assemblea dal ministro dei Rapporti con il parlamento, Riccardo Fraccaro. "Insieme a Federmanager, e non solo, - spiega il ministro - abbiamo costruito questo voucher che consente anche le piccole e medie imprese italiane di farsi affiancare da persone competenti".
"Il voucher è una formula importante - spiega il presidente di Federmanager - perché oggi le Pmi si devono dotare di un innovation manager per cambiare il modello di business all'interno della loro azienda. E' chiaro che questo non basterà e serviranno anche sgravi fiscali", aggiunge. E al di là di politiche e incentivi, secondo Cuzzilla, "serve un'alleanza tra manager e impresa. Serve una nuova cultura per sostenere la crescita delle aziende medie e piccole, che sono il 98% del nostro tessuto produttivo".
A questo appello risponde il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, convinto che la managerialità "debba essere un essere un valore" e pronto a "creare una contaminazione tra mondo delle imprese e del management". Si tratta di quella classe dirigente, secondo il presidente dell'Europarlamento e vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, senza la quale nel periodo 2011-2013 "l'Italia avrebbe fatto la fine della Grecia".
Il management industriale sta tenendo in Italia, ma è ancora al di sotto come numeri di prima della crisi di 5 mila persone, il 7%. Ed è ancora molto concentrato in alcune aree del paese, con il 51% dei dirigenti industriali di base solo nel Nord Ovest e appena il 6% al Sud e nelle Isole. Inoltre i dirigenti sono soprattutto lavoratori maturi: uno su tre ha più di 55 anni, solo il 5% meno di quaranta. E le quote rosa restano in forte minoranza con un 14% di manager donne. Solo lentamente il divario di genere si sta riducendo, dall'11% del 2011.
"È certamente positivo aver arrestato il trend di fuoriuscita di manager dal mercato del lavoro, ma ci preoccupa che la crescita abbia riguardato la fascia di età degli over 55 e sia concentrata nel Nord Italia", commenta Cuzzilla. "Stiamo perdendo giovani talenti - aggiunge - e la verità è che all'estero li trattano meglio. E stiamo sprecando le capacità industriali di un'intera parte del paese, il nostro Mezzogiorno, che non riesce ad essere attrattivo, per i più giovani e per i più capaci".
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FEDERMANAGER