Sempre più mobile-dipendenti ma sempre meno 'fedeli' nella scelta dell'operatore telefonico. E' questo il rapporto tra italiani e smartphone fotografato dal sondaggio condotto dall'ufficio studi di Coop sulla comunicazione mobile. Ogni giorno, rileva l'indagine, trascorriamo in media 5 ore usando il nostro telefono cellulare, gli uomini mezz'ora in più rispetto alle donne, 6 ore i 18-35enni (contro le 3 dei 56-65enni), mentre la maggior parte degli italiani è convinta che in futuro userà lo smartphone ancora di più. "La comunicazione - prevede Albino Russo, direttore generale Ancc-Coop e responsabile dell'ufficio studi - sarà sempre più sincopata e asincrona. Crescerà l'utilizzo delle chiamate vocali, ma ancora di più l'utilizzo di messaggi, di testo così come audio e video. Gli italiani immaginano un telefono che tra dieci anni potrebbe essere più grande, leggero e flessibile, sempre onnipresente nelle nostre vite, anche se a tanta persistenza corrispondono usi diversi". Con 22 chiamate nelle ultime 24 ore e tra 100 e 200 altre interazioni di testo audio e video con altre persone, l'11% degli italiani sono veri e propri 'smart-holic'. All'opposto più di un italiano su quattro (i cosiddetti 'flight mode') ha un rapporto distaccato con il telefono. In mezzo i 'Mama's & Lovers (23%) concentrano un numero di poco più basso di chiamate (17%) e un numero uguale di interazioni in relazioni personali e familiari molto intense. I 'silent mode' (13%) sono invece quegli italiani che pur utilizzando abbastanza il telefono hanno una limitata comunicazione vocale, preferendo le altre interazioni non vocali. Completano il quadro i 'Well balance', ossia le persone che hanno una 'dieta equilibrata' di interazioni mobile. Secondo il survey, un italiano su 4 dichiara di essere stato vittima di stalking telefonico (27%) almeno una volta. Per gli under 35 il cellulare ha una vita media di 2 anni e 3 mesi, mentre per i 55-65enni di 3 anni. Quanto all'operatore, sebbene il 57% degli intervistati assegni una valutazione positiva al proprio service provider, un italiano su 3 pensa di cambiarlo (il dato è più alto per i big player e più basso invece per i piccoli operatori). A fare la differenza è in primo luogo il prezzo, ma incidono anche la voglia di sperimentare nuovi servizi e le difficoltà di copertura di rete. Tra i motivi delle valutazioni negative soprattutto i servizi di assistenza clienti, con un italiano su 5 assegna un'insufficienza al sistema di call center del proprio operatore.
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Coop