Un nuovo catalogo digitale, sicurezza e risparmio energetico, pagamento dei biglietti via smartphone, digitalizzazione completa della volta di Pietro da Cortona, per vederla come non mai, ma anche per controllarne lo stato e i pericolosi ''bottaccioli'' sotto la superficie pittorica. E ancora digital marketing, eventi, App, un sito web, un hackaton rivolto a giovani creativi. A un anno dalla firma, eccoli i risultati di WeACT-La Tecnologia per Arte, Cultura, Turismo, Territorio, progetto di Associazione Civita per le Gallerie Nazionali di Arte Antica, tra Palazzo Barberini e la Galleria Corsini. Una partnership pubblico-privato che ha coinvolto 12 imprese dell'Associazione, seguendo indicazioni e necessità della direzione delle Gallerie, in un comune piano per la valorizzazione delle collezioni. E una nuova idea di museo del futuro.
''Un esempio di come la collaborazione tra pubblico e privato può portare risultati interessanti e trasferibili anche ad altre realtà - commenta il ministro dei beni culturali, Alberto Bonisoli, dopo aver sperimentato il 3D della statuaria e ascoltato tutti i progetti realizzati - Parliamo di innovazione tecnologica, creatività, di applicare eccellenze e risorse del paese al nostro patrimonio culturale. Si tratta di rispettare i ruoli - spiega - Lo Stato ha il compito di tutelare e conservare il patrimonio. Il privato ha una velocità e una propensione al rischio che è meglio che il pubblico non abbia. Basta trovare la formula giusta e tutto il paese ne avrà beneficio''.
Da Civita (che ha coordinato il progetto e collabora agli eventi promozionali) ad Avvenia, Consorzio Glossa, DM Cultura, ENEA, Ericsson, Gruppo DAB, Logotel, Mastercard, Oracle, Vodafone e Wind Tre, le imprese protagoniste del ''primo caso di sponsorizzazione tecnica'', racconta la direttrice di Civita Giovanna Castelli. ''Come dice il nome, WeAct, 'agire insieme' - spiega - l'idea è stata condividere un progetto comune, ascoltando le esigenze del museo e portando l'innovazione tecnologica per facilitare la visita all'utente''. ''Un esperimento - aggiunge il presidente di Civita, Gianni Letta - che ci auguriamo diventi un modello di gestione, da replicare''.
In due anni di progettazione e lavorazione, sono stati coinvolti 100 professionisti e 20 specializzazioni diverse, tra storici, ricercatori, esperti di beni culturali e comunicazione, ingegneri, web designer, sistemisti, per un valore complessivo dei 12 interventi di oltre 500 mila euro. ''Aver potuto pensare il museo insieme a persone che non ne fanno parte, lavorare da prospettive diverse con un obbiettivo comune - commenta la direttrice delle Gallerie, Flaminia Gennari Santori - è per noi un grandissimo valore aggiunto, che rimane nel tempo. Alcuni prodotti sono utili oggi, altri lo saranno di più domani. Per la mia storia, il sistema di catalogazione è un punto nodale, una necessità strutturale che avevamo e che cambierà il nostro modo di lavorare''. E da qui, aggiunge, ''ci siamo spinti a lavorare su altri progetti, come un programma di modellizzazione e controllo dell'edificio''.
''Abbiamo subito condiviso l'idea di realizzare qualcosa di concreto - conclude il presidente di Fondazione Ericsson, Cesare Avenia - In altri musei non sempre ci hanno visto di buon occhio. Con una maggiore apertura e lungimiranza, invece, il patrimonio diventa un valore enorme per il paese''.
In collaborazione con:
Civita