Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Cultura
  1. ANSA.it
  2. Cultura
  3. Cinema
  4. Suleiman, comicità surreale per la Palestina

Suleiman, comicità surreale per la Palestina

In sala Il paradiso probabilmente, menzione speciale a Cannes

Ognuno combatte la battaglia per la sua terra come può ed Elia Suleiman, regista e attore palestinese di 59 anni, lo fa con i suoi film pieni di ironia. Dal concorso di Cannes, dove ha vinto una menzione speciale, arriva in sala dal 5 dicembre Il Paradiso probabilmente ('It Must Be Heaven') in cui veste i panni di una sorta di Jacques Tati che fugge dalla Palestina alla ricerca sia una nuova casa che di soldi per finanziare il suo prossimo film.

Viaggia e raggiunge prima Parigi e poi New York, ma vede dappertutto la sua terra natale o, meglio, scopre che il mondo si è come palestinizzato. Da qui un racconto burlesco, fatto di tanti brevi teatrini, dove la realtà mostra la sua inconcludenza ma anche, a volte, la sua inattesa politicità. Tutto parte con una mistica processione a Nazareth. Tutti in fila verso una porta santa con tanto di Croce sulle spalle, quando il sacerdote, con fare ieratico, invita a aprirla, quello dall'altra parte si rifiuta per futili motivi. Il Sacro è spezzato. A Parigi non va meglio a Suleiman, quando si siede a un bar è costretto ad assistere al passaggio di centinaia di bellissime modelle ostinatamente concentrate davanti a quel locale. Non manca, sempre a Parigi, un servizio ristorante per homeless con tanto di auto itinerante che si affianca al cliente per strada e fornisce ogni tipo di cibo, anche il più raffinato. E, infine, New York dove le sorprese per Tati arrivano dai taxi. Nel primo teatrino Suleiman diventa oggetto di curiosità di un autista quando scopre che nella sua auto c'e' nientedimeno che un palestinese (chiama addirittura la moglie per dirglielo con grande orgoglio: "sai chi ho in auto? Un palestinese"). Nella seconda microstoria, da un auto gialla newyorkese si vede uscire una tranquilla coppia borghese, ma che dal bagagliaio tira mitra e bazooka.

"In questo film - dice Suleiman - si vedono situazioni ordinarie di vita quotidiana con protagonisti individui che vivono in un mondo pieno di tensioni geopolitiche planetarie. La violenza che ne scaturisce è in realtà poco comparabile a quella che si osserva in alcune parti del mondo. Ma le immagini e suoni che veicolano questa violenza impregna tutti centri del mondo e non più solamente qualche sua piccola parte. I checkpoint - conclude il regista - si ritrovano negli aeroporti, nei centri commerciali e in tutti i paesi le sirene della polizia e gli allarmi di sicurezza non sono più intermittenti, ma costanti''. Frase cult del film, dedicato da Suleiman alla Palestina e ai suoi genitori, quella che dice: "tutti bevono per dimenticare, i Palestinesi no, lo fanno per ricordare".

      RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

      Video ANSA



      Modifica consenso Cookie