(ANSA) - ANCONA, 2 APR - La Camera di Commercio delle Marche
contro il depotenziamento dei Confidi. Il presidente camerale
Gino Sabatini afferma che "dentro a una pandemia ancora in
corso, con focolai che continuano a essere mortali, e di fronte
a una paralisi del nostro sistema produttivo, Confidi e banche
mai come in questo momento devono fare sistema. Dev'essere
chiaro a tutti che stiamo rischiando il crac". I piccoli
imprenditori, aggiunge Sabatini, "non si possono permettere
consulenti, non hanno la stessa capacità di interlocuzione con
le banche rispetto ai colleghi di imprese più strutturate. Per i
piccoli, dunque, i Confidi sono un riferimento che li aiuta nel
rapporto con il sistema del credito e, talvolta, forniscono essi
stessi liquidità". Sabatini ricorda che "proprio in questi
giorni, la Regione Toscana e la Regione Veneto hanno rafforzato
il ruolo dei Confidi: una strada che dovrebbe percorrere
velocemente anche la Regione Marche, sperimentando almeno per i
prossimi due mesi di incrementare il limite di finanziamento da
150 a 250 mila euro". Sabatini guarda con "fortissima
preoccupazione" alla proposta di legge annunciata dal
consigliere regionale della Lega Mirco Carloni che, tra le altre
cose, "depotenzia il ruolo dei Confidi regionali affidando
esclusivamente al Fondo centrale di garanzia le operazioni
previste dal decreto CuraItalia". Per Sabatini, "sarebbe una
mazzata in particolare per le nostre micro e piccole imprese
alle quali tutta la politica dovrà rendere conto per aver
staccato loro definitivamente la spina". Il presidente della
Camera di Commercio delle Marche non crede "assolutamente che si
debba avviare il processo di sostituzione dei Confidi con il
Fondo centrale di garanzia, sbilanciando i rapporti tra imprese
e credito in direzione delle banche, che sono sempre più
prudenti nell'erogazione di liquidità perché soggette ai vincoli
strettissimi di Bce e Banca d'Italia. Se non hanno dato soldi
prima - fa notare - è possibile che non li diano nemmeno domani.
In questi giorni, ricevo diverse segnalazioni di piccoli e medi
imprenditori, le cui richieste di credito vengono respinte dalle
banche o sono chiamati a rientrare immediatamente degli insoluti
commerciali". Per Sabatini, occorre "assolutamente sfruttare le
peculiarità di banche e Confidi senza privarsi di uno dei due
soggetti in un momento in cui c'è bisogno del massimo delle
risorse disponibili. La nostra proposta a tutti i consiglieri
regionali è molto semplice: dotiamo i Confidi regionali degli
stessi strumenti assegnati dal CuraItalia al Fondo centrale di
garanzia. Come Camera di Commercio vigileremo e faremo pressione
- conclude - perché i Confidi siano più economici e ancora più
efficienti nella gestione di un imponente flusso di pratiche".
(ANSA).