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Cei: vicini a Mattarella, clima sia meno conflittuale

"Popolo paga prezzo più alto". Cattolici schierati col Quirinale

   La Chiesa italiana e il mondo cattolico si schierano al fianco del presidente Sergio Mattarella, chiedendo alle parti politiche di "non intensificare la tensione", comunque restando nel tracciato costituzionale, e di "ripartire su basi meno conflittuali". "Ognuno cerca di motivare le proprie ragioni, ma alla fine si rischia che a pagare il prezzo più alto sia quel popolo in nome del quale tutti parlano", ha avvertito oggi il segretario della Cei, mons. Nunzio Galantino, all'indomani dell'apertura della crisi politica e istituzionale col ritiro del progetto di governo M5s-Lega, ricordando che "i momenti di tensione non si superano intensificando la stessa, ma individuando percorsi che non possono essere al di fuori della Carta costituzionale".

   Il numero due della Cei ha confermato al Sir la "vicinanza" al presidente Mattarella, che "accompagno con la preghiera", e ha aggiunto: "Tutti pagano da queste situazioni, i poveri ancora di più perché hanno meno tutele. Ma a perderci siamo tutti, come immagine dell'Italia perché all'esterno mostriamo una incapacità a guardare nella stessa direzione. Penso ci sia bisogno di un sussulto di dignità da parte di tutti, di attenzione e di voglia di incontro in nome del bene comune". Nel pomeriggio, poi, dopo l'incarico affidato dal capo dello Stato a Carlo Cottarelli, ha auspicato che "ci sia la volontà di ricucire, ricostruire e ripartire su basi meno conflittuali guardando veramente al bene comune", mentre "il ruolo a Mattarella non glielo abbiamo assegnato noi ma i padri costituenti. E fino a quando ci sarà la Costituzione il suo ruolo è quello di garante".

    Nell'arco della giornata, intanto, mentre un allarmato Osservatore Romano, quotidiano della Santa Sede, titolava in prima pagina sulla "crisi istituzionale senza precedenti" e giudicava "poco probabile" per Cottarelli ottenere la fiducia del Parlamento, dal mondo cattolico si sono moltiplicate le prese di posizione in favore del Quirinale. L'Azione Cattolica ha espresso "stima e gratitudine" per Mattarella, stigmatizzando "i toni degli attacchi di cui è fatto oggetto da più parti": le forze politiche "ritrovino misura nel modo di condurre il confronto" e "sappiano esercitare un ancora maggiore senso di responsabilità istituzionale, per il bene del paese". Il Meic (Movimento ecclesiale di impegno culturale) si è detto anch'esso preoccupato per "il modo arrogante con cui si è voluto imporre al presidente della Repubblica la nomina di un ministro, atto di cui egli, secondo la nostra Costituzione, ha la titolarità".

    Secondo il Movimento cristiano dei lavoratori (Mcl), "questo è il tempo della responsabilità, contro il tempo della demagogia e dell'intolleranza". E se per il rettore dell'Università Lumsa, Francesco Bonini, sentito dai media vaticani, "la messa in stato d'accusa del presidente Mattarella non ha alcuna motivazione giuridica", per Famiglia Cristiana "ora non resta che tornare al voto. Ed è forse ciò che voleva Salvini, dopo aver letto i sondaggi che danno la Lega al 25%, ostinandosi a non ritirare la candidatura di Savona contro il veto del Quirinale".
   

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