L'avvocato Edoardo Valente, del foro di Aosta, è stato condannato a un anno e sei mesi di reclusione (pena sospesa) per evasione dell'imposta Irpef. Il giudice monocratico del tribunale di Aosta Marco Tornatore ha accolto la richiesta del pm Cinzia Virota. Valente è stato invece assolto "perché il fatto non è previsto dalla legge come reato" dall'accusa di evasione dell'Iva. Era accusato di non aver dichiarato, nell'anno d'imposta 2012, un reddito ai fini Irpef di 322 mila euro, per un'imposta evasa di 131 mila euro, e un reddito imponibile ai fini Iva di 329 mila euro (imposta 69 mila euro). Il giudice lo ha inoltre interdetto in perpetuo dall'ufficio di componente di commissione tributaria e, per un anno, ha disposto l'incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione, l'interdizione dalle funzioni di rappresentanza e assistenza in materia tributaria e dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese. L'estratto della sentenza sarà pubblicato sul sito del ministero della Giustizia.


Difesa avvocato Edoardo Valente, pronti ad appello - "Attendiamo le motivazioni della sentenza, ma la vicenda merita sicuro appello". Lo scrive in una nota l'avvocato Giacomo Francini, difensore del collega Edoardo Valente, condannato dal giudice monocratico del tribunale di Aosta a un anno e sei mesi di reclusione (pena sospesa) per evasione dell'Irpef. "Lascia dispiaciuti ma soprattutto perplessi la sentenza di parziale condanna emessa nei confronti del collega Edoardo Valente. Si giunge al processo - spiega Francini - in una situazione ondivaga riguardo alle asserite evasioni Irpef e Iva: la G.d.F. aveva formulato delle ipotesi, poi non tutte riprese dalla Agenzia delle Entrate e in maggior parte disattese dalla Commissione Tributaria, si è poi pervenuti ad un'archiviazione in sede penale". Quindi "per lo stesso fatto di cui all'archiviazione, oggi l'avvocato Valente viene assolto dall'asserita evasione Iva e viene invece condannato per un'evasione Irpef di poche migliaia di euro al di sopra della rilevanza penale del fatto. Infatti, la perizia disposta dal Tribunale, nel peggiore dei quattro scenari rappresenta ipotizzava un superamento del soglia di rilevanza penale di 6.000 euro circa, andando così a smentire l'ipotesi accusatoria che si attestava su un superamento di oltre 80.000 euro rispetto ad un ipotizzata imposta evasa per 131.000 euro". Infine, "oltre a quanto ritenuto nell'elaborato peritale, in udienza sono stati offerti ulteriori clementi che ad avviso della difesa riportavano il comportamento fiscale addebitato in un campo di totale irrilevanza penale".(ANSA).