(di Roberto Buonavoglia)
(ANSA) - FOGGIA, 14 APR - Ha agito senza motivo. Ha scaricato
l'intero caricatore contro i carabinieri. Ha ucciso il
maresciallo Vincenzo Di Gennaro e ha ferito Pasquale Casertano.
Poi si è avventato sulle loro armi, per impossessarsene. Nel
vano tentativo di afferrarle si è aggrappato all'auto dell'Arma
e si è lasciato trascinare per alcuni metri, poi è caduto
sull'asfalto ed è stato bloccato. Giuseppe Papantuono,
pregiudicato di 67 anni con una condanna ad un anno per aver
accoltellato alla schiena un uomo nel 2017 e in attesa del
processo d'appello, ha compiuto reati "totalmente privi di
motivazioni", spiega il procuratore di Foggia Ludovico Vaccaro.
"Nei giorni scorsi - conferma il magistrato - aveva subito
due controlli: nel primo era stato trovato in possesso di alcune
dosi di cocaina; alcuni giorni dopo era stato fermato per il
possesso di un coltello. Era stato condotto in caserma per il
sequestro dell'arma e rilasciato. In maniera generica aveva
detto: 'Ve la farò pagare'". Nulla però faceva pensare
all'agguato messo in atto sabato mattina nel centro di Cagnano
Varano, nel Gargano. Papantuono - aggiunge il procuratore - "era
in strada e ha chiamato i carabinieri. Non appena il militare ha
abbassato il finestrino, ha sparato. Si è fermato solo quando il
caricatore era vuoto. Voleva impossessarsi anche delle pistole
dei militari". Il carabiniere Casertano, nonostante i suoi 23
anni, ha avuto la prontezza di reagire. "Benché ferito, aveva un
proiettile conficcato a pochi centimetri dall'aorta, ha trovato
la forza di partire con l'auto, raggiungere la guardia medica e
prestare il suo soccorso al maresciallo fino a quando non sono
intervenuti gli aiuti", rileva il comandante provinciale dei
carabinieri, colonnello Marco Aquilio. Il killer non ha voluto
spiegare i motivi del gesto. Si è avvalso della facoltà di non
rispondere. E' accusato di omicidio volontario, tentato omicidio
e porto abusivo di pistola. Al momento non gli viene contestata
la premeditazione ma gli inquirenti attendono cosa dirà per poi
eventualmente procedere con l'accusa.
La salma del maresciallo Di Gennaro si trova a Foggia in
attesa dell'autopsia che sarà eseguita domani, forse martedì i
funerali. Tutti lo conoscevano come un bravissimo maresciallo,
disponibile nei confronti dei più deboli e determinato con i
criminali. A breve sarebbe diventato comandante di stazione e
avrebbe sposato la sua compagna, Stefania Gualano: "Avevamo
costruito una casa e stavamo progettando il matrimonio - spiega
la donna -. Però già convivevano e ci volevamo molto bene. Era
un bravissimo ragazzo. Sorrideva sempre, anche quando aveva
difficoltà". Disperato il padre del militare, Luigi Di Gennaro:
"Era un grande lavoratore. Amava la sua divisa ed era un
servitore vero dello Stato. Era molto cattolico e devoto a San
Pio. Era un credente e i delinquenti me lo hanno ammazzato".
Si trova invece in ospedale, a San Giovanni Rotondo, il
carabiniere Casertano. Dopo un peggioramento del quadro
radiologico è stato sottoposto ad intervento chirurgico per
l'asportazione dell'ogiva del proiettile che era vicina
all'aorta. E' in terapia intensiva e tra qualche giorno la
prognosi dovrebbe essere sciolta.
Quello che colpisce nell'agguato di Cagnano Varano -
sottolinea il procuratore Vaccaro - è "l'atteggiamento culturale
che porta a reagire a dei controlli e a sparare contro lo Stato.
In questa mentalità ci vedo il collegamento con la mafia". Duro
il ministro dell'Interno, Matteo Salvini: "Mi auguro - dice -
che chi ha ucciso il carabiniere passi il resto dei suoi
giorni in galera lavorando dalla mattina alla sera. Troppo
comodo stare in carcere a guardare la tv". (ANSA).