Piccolo compendio dell'universo ma e mondo di sapori ineguagliabili: erbe spontanee della Carnia, aglio di Resia, prodotti ittici della laguna di Grado e Marano, prosciutti di Sauris e san Daniele, vini bianchi del Collio e neri dell'agro aquileiese, formaggio frant e Montasio, mele del medio Friuli, gubana delle Valli del Natisone, olio di Trieste e del Carso. Un mare di sapori e odori che fa del Fvg - terra che unisce monti al mare in poco più di 120 chilometri - un 'piccolo compendio' baciato dalla natura e valorizzato dal lavoro di imprenditori capaci, che da decenni hanno capito la necessità di promuovere, con i singoli prodotti, un territorio unico, magico.
Non si può valorizzare il territorio senza tener conto dei prodotti tipici e viceversa. E il turismo è una delle fonti primarie del Pil regionale. Ma la strada per il marketing perfetto non è senza ostacoli, così ad esempio le 'Vie dei sapori', unificate al termine di un complesso percorso, proprio per valorizzare un territorio unitario ed unico. La strategia è stata premiata: oggi centinaia di aziende hanno aderito al progetto, che mira ad aumentare la vendita dei prodotti tipici e portare i turisti alla scoperta del territorio, delle cantine.
Un mondo che in Fvg si tocca con mano, lo si vive anche attraverso gli 'alberghi diffusi' e le centinaia di stalle o case diroccate trasformate in agriturismi di qualità.
Alcuni prodotti tipici come aglio di Resia, formaggio frant, Rosa di Gorizia, 'pestàt' di Fagagna sono presìdi Slow food che sostengono le piccole produzioni eccellenti che rischiano di scomparire. In questo modo si valorizzano territori, si recuperano mestieri e tecniche di lavorazione tradizionali, si salvano dall'estinzione razze autoctone e antiche varietà di ortaggi e frutta. I Presìdi - nove in Fvg - coinvolgono direttamente i produttori, offrono assistenza per migliorare la qualità dei prodotti, facilitano scambi fra Paesi diversi e cercano nuovi sbocchi di mercato. Oggi il Fvg non è più una cenerentola dell'agroalimentare, molti prodotti sono conosciuti a livello internazionale, su tutti la grappa, grazie anche al premio letterario Nonino che oggi siede allo stesso banco dei brandy e dei whisky più famosi. Ma non si può non parlare del prosciutto: Sauris per il prosciutto affumicato e san Daniele per il prosciutto dolce sono le località più note, ma da alcuni anni si sta imponendo anche il prosciutto di Cormons. Oppure dei formaggi: il Montasio è il tipico del Friuli, ma in regione sono decine e decine le latterie che sfornano prodotti alta qualità.
E il vino? il discorso è molto più ampio e complesso: i bianchi, autentica eccellenza mondiale, richiesti in Usa, Sud America e financo in Cina; i rossi hanno maggior ancoraggio al territorio e se non possono ancora fare la concorrenza a Piemonte e Toscana, sono tuttavia assai pregiati, come tazzelenghe, pignolo, refosco, cabernet, merlot.
Un piccolo compendio di sapori e di profumi, appunto, per riprendere la definizione di Ippolito Nievo.
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