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I Misseri, saga di famiglia nell'occhio del ciclone

I Misseri, saga di famiglia nell'occhio del ciclone

19 marzo 2014, 15:46

Redazione ANSA

ANSACheck

Michele, Cosima e Sabrina - RIPRODUZIONE RISERVATA

Michele, Cosima e Sabrina - RIPRODUZIONE RISERVATA
Michele, Cosima e Sabrina - RIPRODUZIONE RISERVATA

di Paolo Melchiorre

AVETRANA (TARANTO) - Il primo a far parlare di sé è stato Michele Misseri, 57 anni, reo confesso più volte ma spesso senza successo; gli ultimi a comparire sulla scena sono stati suo fratello e suo nipote, Carmine Misseri e Cosimo Cosma, passando per la figlia Sabrina, da lui accusata, e dalla moglie Cosima, da lui sempre difesa. L'omicidio di Sarah Scazzi si lega indissolubilmente alla storia più recente della famiglia Misseri e alla loro casa di via Deledda 22, periferia di Avetrana. Il volto più noto è quello di 'zio Michele', 57 anni, agricoltore da una vita, uomo dallo sguardo quasi indecifrabile. La sua notorietà è dovuta soprattutto alle versioni contrastanti fornite ai magistrati che indagano sul delitto della quindicenne: almeno tre in poche settimane, dalla prima autoaccusa alla chiamata in correità della seconda figlia Sabrina.

E poi via via sette, otto, qualcuno ne conta nove... Senza contare le lettere scritte dal carcere nelle quali scagionerebbe Sabrina ma non accuserebbe nessuno del delitto, e l'ultima confessione in cui si addossa tutta la responsabilità. Poi c'é Cosima Serrano, la moglie di Michele, sulla quale si sono concentrate gradualmente le attenzioni degli inquirenti sino all'arresto - nel maggio scorso - per concorso in omicidio insieme alla figlia Sabrina.

Lei, considerata da chi indaga il vero capofamiglia di via Deledda 22, ha sempre respinto qualsiasi coinvolgimento nella vicenda e ha sempre difeso a spada tratta Sabrina, ritenendo che il marito abbia raccontato bugie dopo la prima confessione. Sabrina è stata catapultata dal padre in questa terribile storia e con l'accusa più grave: quella di aver ucciso la cugina per gelosia. Per gli inquirenti la ragazza avrebbe utilizzato i media per farsi pubblicità, sperando magari anche in un futuro sul piccolo schermo, ma in realtà cercando in questo modo di coprire le proprie responsabilità per il delitto. Ha sempre negato tutto negli interrogatori, ma il suo alibi sembra tutt'altro che privo di crepe. Le crede ciecamente invece la sorella maggiore, Valentina, che vive a Roma. Nella vicenda di Avetrana la sua figura compare a sprazzi e spesso alla finestra, ma non sarebbe di secondo piano: dalla convinzione che la sorella sia innocente al suggerimento al padre di accettare i consigli di un altro legale di fiducia, affidandosi a lui e lasciando sul cammino quello iniziale.

Infine Carmine Misseri e Cosimo Cosma: figure che gli inquirenti ritengono molto legate a Michele Misseri e che avrebbero aiutato il loro parente, secondo l'accusa, a nascondere il cadavere di Sarah. Ma da quando la famiglia Misseri è finita nel ciclone dell'inchiesta, tra i suoi componenti non sono mancate le accuse anche pesanti. L'8 ottobre 2010, poche ore dopo che era stato ritrovato il corpo di Sarah su confessione di Michele Misseri, la figlia maggiore dell'agricoltore, Valentina, inviò questo messaggio telefonico a un giornalista durante un collegamento della 'Vita in diretta' su Rai1. "E' inutile parlare di pena di morte perché è la via più facile. Mio padre deve rimanere a vita in galera e vedere scorrere lentamente i giorni".

Dopo la sua scarcerazione (30 maggio), Michele vive nella sua casa insieme a Valentina. Il 10 marzo scorso Cosima Serrano ha querelato madre e cognata di Cosimo Cosma per le dichiarazioni rese in due interviste mandate in onda in una puntata di 'Porta a porta'. Il 16 marzo, in un'intervista a Matrix pochi giorni dopo essere stato scarcerato, Carmine Misseri disse: "E' la fine di un incubo. Non ho fatto niente, sono innocente. Non odio nessuno ma provo rancore per Michele. Non doveva farmi quella telefonata". E ancora "Le direi che è un'assassina": così Concetta Serrano rispose il 27 maggio scorso alla domanda di una giornalista del Tg5 all'indomani dell'arresto della sorella Cosima. E il 2 giugno scorso Michele Misseri ha avuto parole dure, sempre dinanzi alle telecamere, per le nipoti Daniela e Patrizia, spiegando perché non voleva vederle. "Devono chiedere prima scusa a mia moglie e a mia figlia. Hanno parlato male"

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