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Libia: Conte, caos a Tripoli può spingere molti su barconi

Libia: Conte, caos a Tripoli può spingere molti su barconi

Trenta: no a prove di forza, dialogo

13 aprile 2019, 09:48

Redazione ANSA

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Forze militari a Tripoli © ANSA/EPA

Forze militari a Tripoli © ANSA/EPA
Forze militari a Tripoli © ANSA/EPA

 "Mi è stata consegnata una lettera personale del generale Haftar, a conferma della fiducia che ha nei miei confronti. Io ho chiesto ai suoi emissari aggiornamenti sulla situazione sul terreno. Loro affermano di voler liberare il Paese dalle formazioni terroristiche e operare una unificazione delle forze armate e di sicurezza. Io ho ribadito la mia ferma opposizione a una deriva militare che farebbe ulteriormente soffrire la popolazione civile già provata". Lo fa sapere il premier Giuseppe Conte, in un'intervista al Fatto Quotidiano.

"Ho ribadito - aggiunge Conte - la mia disponibilità a mantenere aperto ogni tipo di dialogo utile a pervenire a una soluzione politica. Quello libico è un dossier strategico per l'Italia e io l'ho seguito personalmente per assicurare che le iniziative assunte sui vari fronti si inquadrassero in una strategia ben precisa".

Secondo il premier "c'è il serio rischio che si sviluppi una crisi umanitaria che finirebbe per sfinire una popolazione già provata da otto anni di instabilità. In caso di conflitto armato, potrebbero interrompersi le rotte libiche interne di migranti provenienti da altri Paesi, in particolare dell'Africa subsahariana. Ma da Paese perlopiù di transito, la Libia diventerebbe un Paese di partenza delle migrazioni. Questo metterebbe a dura prova un sistema di accoglienza che non funziona ancora a livello europeo". 

 "La situazione libica è in un momento di crisi. È bene che il governo rimanga unito e tutti i ministri si muovano con intelligenza e compostezza". Lo dice il ministro della Difesa Elisabetta Trenta in un'intervista al Corriere della Sera. "Stiamo monitorando la situazione - fa sapere Trenta - e dialoghiamo con tutti i protagonisti sul campo, così come con i partner internazionali. Per questo ripeto che non servono prove di forza, non serve fare i duri come vedo fare a qualcuno per avere qualche titolo sui giornali. Serve intelligenza, compostezza, dialogo. E serve avere testa, non la testa dura". 

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