In maggioranza giovani, donne e part
time. Sono oltre un milione i lavoratori a cui si applica il
primo contratto nazionale dei pubblici esercizi, della
ristorazione e del turismo. La Fipe-Federazione italiana dei
pubblici esercizi ne traccia un identikit al convegno "La nuova
identità del lavoro nel nuovo ccnl".
Dal quadro emerge un settore che spesso rappresenta il primo
accesso dei giovani al mercato del lavoro: il 20,7% dei
lavoratori ha meno di 20 anni e il 29,9% tra i 20 e i 30. Le
donne sono il 52,3% e gli stranieri il 24,9%. Il 63,9% ha
contratti part time.
E' il mondo di ristoranti e bar, ma anche di mense,
discoteche e stabilimenti balneari. Una realtà complessa dove il
70% delle imprese chiude dopo cinque anni e l'abusivismo è
"dilagante", denuncia il presidente della Fipe, Lino Enrico
Stoppani. In questo contesto il nuovo contratto - prima veniva
applicato quello del turismo - "è un punto di partenza verso un
nuovo modo di intendere le relazioni sindacali", dichiara
Stoppani. Il contratto consente "maggiore flessibilità in cambio
di maggior salario", con aumenti di 100 euro a regime, "con
l'obiettivo di liberare risorse per quegli investimenti
necessari per il rilancio del settore".
Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, sottolinea
l'importanza di un contratto che, sottoscritto da Fipe insieme
ad Angem e Legacoop rappresenta la quasi totalità delle 300 mila
imprese del settore. "Nella selva contrattuale di oltre 800
contratti registrati al Cnel - osserva - è fondamentale saper
esprimere contratti forti, che sappiano tenere insieme".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA