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Festival Giornalismo, parla il fondatore di Open Arms

Festival Giornalismo, parla il fondatore di Open Arms

Oscar Camps: 'Salvare vite è un obbligo'. L'intervista di Corrado Formigli

07 aprile 2019, 13:26

dell'inviato Michele Cassano

ANSACheck

Corrado Formigli - RIPRODUZIONE RISERVATA

Corrado Formigli - RIPRODUZIONE RISERVATA
Corrado Formigli - RIPRODUZIONE RISERVATA

Al Festival del Giornalismo confronto sul ruolo delle ong e l'attivismo nei diritti umani. Parla Oscar Camps, fondatore e direttore di Open Arms, intervistato da Corrado Formigli. 

"Gli interventi in mare, salvare naufraghi, non è solo una questione legale, è una questione di obblighi: quando salvi dei naufraghi, devi portarli in un porto vicino e sicuro". A dirlo in un'intervista con l'ANSA è Oscar Camps, fondatore do Open Arms, l'ong spagnola che insieme all'equipaggio di volontari professionisti soccorre migranti nel Mediterraneo. Nel marzo 2018, una delle loro navi è stata sequestrata dalle autorità italiane e il capitano ed altre due persone sono state indagate con l'accusa di traffico di esseri umani dopo essere sbarcati a Pozzallo con i naufraghi che avevano recuperato in mare.

Camps, ospite al Festival di giornalismo di Perugia, ricorda che la nave di Open Arms si trova bloccata nel porto di Barcellona da tre mesi. "E' un blocco puramente amministrativo ma sappiamo quali sono i motivi - afferma -. Essenzialmente sono motivi politici, perché siamo in campagna elettorale, non solo in Spagna ma in tutta Europa. Pensiamo che la nave resterà ferma sino al 28 aprile con varie scuse amministrative, ed è un problema perché è più necessario che mai tornare nel Mediterraneo centrale a salvare vite, siamo in attesa di una soluzione per terminare questo blocco". Camps difende l'azione della Alan Kurdi, la nave della ong tedesca Sea Eye cui l'Italia non ha concesso di approdare a Lampedusa. "Se non hanno fatto rotta verso l'Italia penso sia per evitare di far separare le famiglie, o evitare che sbarcassero solo alcuni - afferma -, però in ogni caso è importante che sbarchino il prima possibile, ma forse per le pressioni del governo italiano hanno deciso di andare verso Malta. Continuiamo a trovarci in una situazione in cui si violano convenzioni internazionali, e non lo fa solo l'Italia, lo fa anche la Spagna, Malta, tutta l'Europa". Secondo Camps non esiste un'emergenza immigrazione.

"Se si guardano i dati reali, si vede che tra il 3 e il 4% della popolazione mondiale migra - sottolinea -, ed è così da quando stiamo registrando dati, dagli anni Sessanta, dopo la seconda guerra mondiale. Non ci sono più persone che migrano, negli anni Novanta c'è stata la punta di migrazioni, quando c'era la guerra nei Balcani, poi nel 2015 per la guerra in Siria, ma il numero di persone in movimento resta uguale. L'80% delle persone migra in Paesi del terzo mondo, chi arriva in Europa è un numero residuale". Il fondatore di Open Arms condivide le parole del Papa che ha detto di non aver paura dei migranti.

"Dobbiamo chiederci perché la maggior parte delle persone ha paura - afferma -. Perché condividono messaggi tanto tendenziosi, e questo tipo di messaggi viene sempre dalla stessa parte, dall'estrema destra, per ottenere più voti. E continuano a differenziare la popolazione, parlano molto dei 60mila che arrivano dall'Africa sui barconi, ma non delle centinaia di migliaia di persone dall'America Latina, c'è una manipolazione generale, siamo nell'epoca delle fake news, in cui la destra utilizza questo tipo di discorso e di trucchi per ottenere più voti. Hanno un discorso molto vuoto, quindi per ottenere voti devono far così".

"E' giusto quello che ha detto il Papa - prosegue -, però le politiche migratorie sbagliate portano a queste situazioni. In Cina per la politica del figlio unico 24 milioni di persone non si possono sposare e devono far arrivare delle donne, in Spagna in futuro rispetto alla mia generazione spariranno 7 milioni di persone, scompariremo all'improvviso, e come sostituiremo la manodopera specializzata? Il problema è che i politici pensano soltanto al tempo della loro legislatura, ma la politica migratoria andrebbe pensata nel medio e lungo termine".

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