"Ieri ho rivissuto l'angoscia di
quella notte tremenda. Quello che scatta in questi momenti è un
meccanismo di appartenenza, la voglia di ripartire; chi ha la
responsabilità di guidare la comunità ha il dovere di dire
'ricostruiremo' e le esperienze che abbiamo ci dicono che è
possibile". A parlare, all'indomani dell'incendio che ha
devastato la cattedrale di Notre-Dame, è Valentino Castellani,
che da sindaco di Torino ha vissuto un'esperienza analoga 22
anni fa di questi tempi quando, nella notte fra l'11 e il 12
aprile, un incendio danneggiò la Cappella della Sindone.
La voce tradisce l'emozione quando Castellani ricorda quei
momenti. "Anche a Torino quella sera c'era vento - racconta
all'ANSA - Di quegli attimi ricordo l'angoscia e il rumore
terribile del fuoco, come un ululato. Si è nel baratro
dell'incertezza, è drammatico non sapere cosa accadrà. La paura
era che la cappella crollasse. Ricordo quando prese fuoco il
tetto del vicino Palazzo Reale, poco dopo le 3 di quella
lunghissima notte: il comandante del vigili del fuoco mi disse
'se non si riesce a sezionarlo, domani il palazzo non ci sarà
più'. Da sindaco sentirsi dire una cosa simile è terribile -
sottolinea - quindi immagino l'angoscia vissuta ieri dal sindaco
di Parigi".
La ricostruzione è stata lunga e difficile: la Cappella
della Sindone, capolavoro di Guarino Guarini, ha riaperto
soltanto lo scorso settembre, dopo un restauro di 21 anni.
"Avviammo una raccolta fondi; davanti a eventi drammatici si
accendono le migliori energie di una comunità. Quello che
bisogna fare - conclude - è lavorare tutti insieme e guardare
alle esperienze degli altri, anche alla nostra, che per fortuna
sono esperienze positive. Pensare che si possono riportare le
cose come prima non è illusorio".
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