La Triennale di Milano ha deciso di
omaggiare con due mostre Giovanni Gastel, il fotografo morto per
Covid a 66 anni lo scorso 13 marzo. E proprio fino al 13 marzo
del prossimo anno saranno visibili The People I Like e I
gioielli della fantasia.
Organizzata in collaborazione con il Maxxi di Roma dove è
stata esposta fino al 21 febbraio scorso, The People I Like,
ovvero la gente che mi piace, offre ai visitatori la possibilità
di ammirare oltre duecento dei ritratti di Gastel, opere d'arte
in cui ha cercato di catturare l'anima delle persone che ha
incontrato da Marco Pannella, con il fumo che gli esce dalla
bocca, a un sorridente Barack Obama passando per Vasco Rossi,
Monica Bellucci, Bebe Vio che si tocca il volto con le mani, o
meglio con le protesi, Fiorello, l'architetto Michele Lucchi.
Non a caso il presidente della Triennale Stefano Boeri lo ha
definito "ritrattista del mondo" presentando quello che
considera "un doveroso omaggio" a un artista che ha iniziato la
sua carriera nel mondo della moda ma che lì non si è fermato. E'
del 1997 la prima grande mostra, proprio lla Triennale di
Milano, curata dal critico Germano Celant con cui ha poi
continuato a collaborare. E anche grazie alla fama che si è
conquistato che ha iniziato ad occuparsi dei ritratti in modo
sempre maggiore.
Oltre The People I Like, curata da Uberto Frigerio con
l'allestimento di Lissoni associat, è in mostra anche
l'esposizione I gioielli della fantasia realizzata in
collaborazione con il Museo di Fotografia Contemporanea(dove
sono conservate dopo la donazione di Lanfranco Colombo a Regione
Lombardia). Si tratta di uno dei primi lavori che hanno dato
fama internazionale a Gastel, una ventina di immagini che fanno
parte del progetto commissionato da Daniel Swarovski
Corporation nel 1991 per il libro dallo stesso titolo, e per la
mostra di gioielli del XX secolo, entrambi curati da Deanna
Farneti Cera.
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