(di Luciano Fioramonti) L' Amazzonia
bellissima e vulnerabile non è solo la natura messa in pericolo
dall' uomo ma anche il destino delle persone e il percorso
faticoso della difesa dei diritti umani. Su questo panorama di
ambiente e storie di vite posa l' occhio la fotoreporter
spagnola Ana Palacios con le immagini di "Fragile Amazzonia", in
mostra fino al 27 ottobre alla Casa Internazionale delle Donne,
a Roma. E' il racconto di viaggio in Brasile, Perù e Colombia
della fotografa che in passato si è dedicata all' Africa con
lavori e mostre premiati e pubblicati dalla stampa di vari
paesi. In tre libri ha documentato il dramma dei bambini albini
in Tanzania, l' arte e i cambiamenti sociali in Uganda e il
reinserimento dei bambini schiavi nelle regioni occidentali del
continente. "Per me - ha spiegato - viaggiare in Amazzonia e
conoscere quella natura, le popolazioni indigene, i loro
costumi, il grande fiume è stata un'esperienza incredibile, ma
soprattutto mi sono interessata alla situazione dei giovani,
delle donne, alla violazione dei diritti umani e al futuro di
questa regione per la sua importanza per il Pianeta." Le
dodici foto scelte per questa occasione parlano di disagi e
sogni, fiducia e capacità di andare avanti tra mille difficoltà.
Palacios ha detto di preferire quella di un gruppo di
adolescenti con i volti illuminati da un sorriso. "E' una foto
che dà speranza, parla del domani delle donne. Anche
esteticamente è una immagine moto forte. Mi piace proprio per
il messaggio positivo che manda. Non sempre le immagini devono
rappresentare problemi. Importante è guardare oltre, non solo
all' oggi". La mostra, organizzata dalla Rete internazionale
delle associazioni di sviluppo umano cattolico (Cisde) impegnate
da decenni in programmi di sviluppo e cooperazione nei nove
paesi in cui si estende la grande foresta pluviale, rientra
nelle iniziative promosse in occasione del sinodo dei Vescovi
per la Regione Panamazzonica in programma nel mese di ottobre in
Vaticano. (Ansa).
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