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A Napoli Il Figlio Velato, il marmo morbido di Jago

A Napoli Il Figlio Velato, il marmo morbido di Jago

Per l'opera dello scultore riapre cappella nel rione Sanità

ROMA, 18 dicembre 2019, 15:00

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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A Napoli era stata pensata e ora a Napoli torna per essere ammirata nella Chiesa di San Severo fuori le Mura, nel rione Sanità, e proporsi come nuovo simbolo scultoreo della città. Da sabato 21 dicembre Il Figlio Velato, ultima opera in marmo bianco del giovane artista Jacopo 'Jago' Cardillo, sarà in mostra nella Cappella dei Bianchi, riaperta per l' occasione dopo decenni, in piazzetta San Severo a Capodimonte. Anche il nome della sede permanente dell' opera si intreccia in un gioco di rimandi con l' illustre precedente a cui si ispira, il meraviglioso 'Cristo Velato' scolpito nel 1753 da Giuseppe Sanmnartino che richiama nel Museo Cappella Sansevero, in pieno centro storico, milioni di visitatori da tutto il mondo. "Il Figlio Velato è una citazione - spiega Jago - ma non ha niente a che vedere con l' idea cristiana del sacro.
    Siamo bombardati di immagini di bambini vittime di violenze, abusi, guerre e carestie".
    Per realizzare l' opera l' artista trentaduenne si è trasferito negli Stati Uniti e per oltre un anno ha lavorato tra New York e Long Island modellando un blocco di marmo Danby del Vermont per dare forma al bimbo disteso coperto da un velo morbido. Il risultato è una scultura di realismo straordinario di due metri per un metro per una altezza di 50 centimetri.
    "L'operazione - spiega - si pone come una doppia restituzione: il dono di un nuovo simbolo di bellezza a una zona martoriata della città metropolitana di Napoli e, allo stesso tempo, la riapertura dello scrigno che lo conterrà". Il rione Sanità, scosso dalle faide di camorra, è anche il simbolo della forte voglia di rinascita civile e offrirà lo spunto per un nuovo itinerario culturale che lega la chiesa di San Severo con quella che ospita il capolavoro settecentesco. Il progetto, curato da Luca Iavarone, stato realizzato in collaborazione con Coop4Art e l'Arciconfraternita dei Bianchi di S. Antonio di Padova in S.
    Severo Massimo. "Jago ha deciso di stupire tutti confrontandosi con uno dei vertici della scultura mondiale - è stato spiegato -. Per ospitare questo moderno emblema, l' artista in accordo visionario con Padre Loffredo, parroco militante di Santa Maria alla Sanità, ha deciso di riaprire una Cappella, gioiello del barocco napoletano e già ricca di opere inestimabili di importanti pittori locali come Luca Giordano, Andrea Vaccaro e Giovan Battista Spinelli".
    Jacopo Cardillo lavora principalmente nella scultura e nella produzione video. Nato ad Anagni (Frosinone), dopo il liceo artistico si era iscritto all' Accademia di Belle Arti, che poi ha lasciato per seguire il suo istinto. Nel 2016 ha tenuto la sua prima mostra personale a Roma. Attualmente vive e lavora a New York. La sua ricerca artistica affonda le radici nelle tecniche ereditate dai maestri del passato, ma il suo rapporto con il pubblico si basa sull' utilizzo dei video e dei social network, attraverso i quali condivide passo per passo il processo produttivo delle sue opere. Non a caso si fatto conoscere come "social artist" arrivando a contare su Facebook 250 mila ammiratori. "Ogni mio nuovo lavoro - dice - alza l' asticella delle difficoltà. In questo caso un velo non è mai stato scolpito con una simile attenzione maniacale per il dettaglio".
    L' inaugurazione del Figlio Velato è in programma sabato 21 dicembre alle 17 con ingresso gratuito. Poi l'opera sarà in mostra dal lunedì al sabato dalle 10 alle 16 e la domenica dalle 10 alle 13 con ingresso a pagamento, ad esclusione di disabili e residenti.
   

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