"Un'azienda più che sana
la Ortofrutticola srl del Mugello di Marradi. Un'azienda in
crescita: 8.300.000 euro di fatturato nel 2019 e 10.600.000 euro
nel 2020. Non a caso Italcanditi, azienda bergamasca da 100
milioni di fatturato, anch'essa in salute, l'ha acquistata
mettendo in bilancio, nero su bianco, una previsione di crescita
delle vendite del 5% anche per il 2021, secondo anno di
pandemia. Poi la doccia fredda e l'annuncio di una nuova forma
di delocalizzazione: quella interna. Un modus operandi che è
l'antitesi del fare impresa, che non è solo business. Nel fare
impresa c'è responsabilità sociale, concetto evidentemente
estraneo ai vertici di Italcanditi Spa". Così in una nota,
Massimo Capecchi, presidente di Cna Mugello all'annuncio
inaspettato della chiusura di Ortofrutticola del Mugello srl
che, con i suoi circa 100 dipendenti tra fissi e stagionali, per
la maggior parte donne, ha un impatto fortissimo non solo su
Marradi, una comunità di 3mila anime, ma su tutto il Mugello,
dall'agricoltura alle altre attività economiche presenti sul
territorio, colpito in uno dei suoi simboli, il marrone.
"La nostra è un'associazione di imprenditori che rispetta il
principio di libera iniziativa economica, ma trovare motivazioni
al trasferimento forzato di Ortofrutticola del Mugello appare
impresa ardua, anche in periodo di crisi da Covid - prosegue
Capecchi - I costi di sostituzione e innovazione dei macchinari
o di rifacimento di parte delle strutture dello stabilimento,
che si mormora essere alcune delle cause, perdono consistenza
davanti alle capacità economiche di Italcanditi Spa e ai margini
di crescita dell'azienda mugellana".
"Non possiamo permettere ad imprenditori di tal genere di
rovinare le realtà dei territori portandoli alla
desertificazione economica - prosegue Capecchi -. Dobbiamo
guardare a nuove politiche anche in accordo con le realtà
sindacali e, nel caso specifico, contrastare il trasferimento
della produzione in provincia di Bergamo.
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