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Più tumori tra i giovani, pesa anche l'invecchiamento precoce

Più tumori tra i giovani, pesa anche l'invecchiamento precoce

Studio Usa, +17% di rischio nei nati tra 1965-69. Di Maio, faro sugli stili di vita

ROMA, 13 aprile 2024, 16:58

Redazione ANSA

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Young woman - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sono in aumento i tumori nelle fasce di popolazione più giovane, sotto i 55 anni, e la causa starebbe anche in un invecchiamento precoce a livello biologico e molecolare che risulta indipendente dall'età anagrafica. L'ipotesi arriva da uno studio presentato alla conferenza dell'American Association for Cancer Research (Aacr) in corso a San Diego. Invecchiare 'da giovani' potrebbe dunque essere alla base della crescita delle neoplasie a esordio precoce, e la causa di tale processo di invecchiamento biologico anticipato, avverte il presidente eletto dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), Massimo Di Maio, va ricercata in larga misura negli stili di vita scorretti.

Lo studio della Washington University School of Medicine ha considerato un campione di 150.000 persone. In particolare, i nati dal 1965 in poi corrono un rischio più elevato del 17% di soffrire del fenomeno dell'invecchiamento organico precoce rispetto ai nati tra il 1950-54. Proprio tra i nati dopo il 1965 stanno aumentando i casi di tumori solidi dei polmoni, gastrointestinali e dell'utero. I ricercatori hanno analizzato i livelli di vari biomarcatori dell'invecchiamento (albumina, fosfatasi alcalina, creatinina, proteina c reattiva, globuli bianchi, il volume corpuscolare medio dei globuli rossi, glucosio, proporzione dei linfociti) in soggetti tra 37-55 anni. Tra i portatori di biomarcatori che indicavano un invecchiamento precoce è stato evidenziato un aumento del rischio di tumore precoce ai polmoni del 42%, all'intestino o al sistema gastrico del 22% e all'utero del 36%. Nello studio, sono stati utilizzati i dati della biobanca britannica proprio per verificare se l'invecchiamento accelerato fosse in aumento: il team di ricercatori ha definito l'invecchiamento accelerato utilizzando dunque una combinazione di nove biomarcatori del sangue per definire l'età biologica e ha esaminato quale percentuale di persone avesse un'età biologica superiore rispetto a quella anagrafica. Il coautore dello studio Ruiyi Tan ha riferito che dal 1990 al 2019 si è registrato un aumento del 24% dei tumori a esordio precoce. Un fenomeno ritenuto molto preoccupante, tanto da aver spinto ad una modifica delle raccomandazioni sulla salute pubblica negli Stati Uniti, dove gli screening per la prevenzione del cancro al colon sono ora raccomandati a partire dai 45 anni anziché dai 50.

L'American Cancer Society, ricorda Di Maio, "ha evidenziato come ad esempio negli Usa il cancro del colon, che era la quarta causa di morte negli uomini e donne giovani in oncologia, ora è divenuta la prima negli uomini e la seconda nelle donne". Rispetto all'Italia, precisa, "non abbiamo ancora dei dati ufficiali ma ci stiamo lavorando. Nella pratica clinica possiamo però dire che si osservano molti più casi oncologici tra i giovani rispetto al passato". L'ipotesi del nuovo studio presentato all'Aacr, commenta l'oncologo, "è molto interessante. Rispetto ai tumori, infatti sappiamo che il danno alle cellule avviene nel corso degli anni con alterazioni e mutazioni che non vengono ben riparati dal sistema immunitario, finchè la cellula non acquista le caratteristiche tumorali. Se ora tali danni si cumulano più velocemente, è molto plausibile che possano esserci più casi precoci di tumore". Le cause ala base di tale invecchiamento biologico precoce non sono ancora del tutto chiare, tuttavia, precisa Di Maio, "sembrano pesare i fattori di rischio ai qual siamo sempre più esposti, dai fattori di rischio ambientale quali l'inquinamento agli scorretti stili di vita, come la cattiva alimentazione, la sedentarietà, l'obesità e anche in qualche misura lo stress psicologico".

E' "bene che si parli di questi studi - avverte - non per gettare nel panico, bensì per stimolare comportamenti virtuosi facendo presente che noi siamo in parte 'padroni' del nostro rischio tumorale". Perchè, "se c'è una quota di tumori che non sono prevenibili, tante neoplasie dipendono invece - conclude Di Maio - proprio dal nostro stile di vita e dalle nostre scelte".
   

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