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Tadao Ando, il maestro dell'architettura: "cercare bellezza fino alla fine"

Tadao Ando, il maestro dell'architettura: "cercare bellezza fino alla fine"

Al via la mostra 'The Challenge' negli spazi Armani/silos

MILANO, 08 aprile 2019, 19:59

di Gioia Giudici

ANSACheck

MOSTRA THE CHALLENGE DI TADAO ANDO ALLARMANI/SILOS - Armani Silos - The Challenge, Tadao Ando - RIPRODUZIONE RISERVATA

MOSTRA THE CHALLENGE DI TADAO ANDO ALLARMANI/SILOS - Armani Silos - The Challenge, Tadao Ando - RIPRODUZIONE RISERVATA
MOSTRA THE CHALLENGE DI TADAO ANDO ALLARMANI/SILOS - Armani Silos - The Challenge, Tadao Ando - RIPRODUZIONE RISERVATA

- "Perseguire la bellezza fino alla fine, continuamente". Questo il senso del lavoro del maestro dell'architettura Tadao Ando, esposto nella mostra 'The challenge', allestita negli spazi di Armani/silos in occasione del Salone del mobile. (Leggi lo speciale #ANSALifestyle )

    "L'anno scorso avevo allestito questa mostra al Centre Pompidou e Armani quando è venuto a visitarla - racconta Ando - mi ha proposto di allestirla a Milano, ho accettato con grande piacere perché sono sempre stato impressionato dalla sua figura, dalla sua attenzione ai materiali, alle forme, alla sensibilità: mi ha trasmesso questo senso di responsabilità per ciò che fa e finché vivrò, per quanto possibile, voglio mantenere la stessa attenzione". A rappresentare questo concetto, all'ingresso della mostra, Ando ha voluto mettere una mela verde che rappresenta "un invito a mantenere lo spirito di freschezza proprio di questo frutto".
    Come fresco è lo spirito di questo 77enne devoto alla bellezza e appassionato dell'Italia: "Si dice che il Giappone abbia una notevole forza economica, ma nei luoghi di lavoro sono sempre tutti stanchi e tristi, invece in Italia gli operai in cantiere si divertono, bevono vino e lavorano con passione, io chiedo se possono guidare lo stesso ma loro - scherza - non hanno timore". Se dell'Italia ama il Pantheon e Michelangelo, Giò Ponti e Aldo Rossi, Ando non nega che gli piacerebbe lavorare ancora con Armani, per cui ha progettato il teatro di via Bergognone, che ospita sfilate ed eventi. "Quando a Parigi ho progettato un museo di arte contemporanea, all'interno della borsa del Commercio, so che c'è stata una forte reazione, ma io fortunatamente - scherza ancora - non parlo francese! I francesi parlano parlano, non so cosa dicono e a volte è positivo non capire. Con Armani non c'è problema perché ci leggiamo il cuore a vicenda e così lavoriamo insieme".
    Certo, non tutti i committenti sono uguali: "C'è strana gente come Kanye West e Pharrell Williams che mi chiede un progetto, ma tante richieste vengono anche dalla Cina, da quando sanno che ho perso 5 organi pensano che io porti fortuna". Dopo l'intervento che l'ha privato di parte dell'apparato digerente - racconta - "a pranzo riposo e studio, non ho mai studiato così tanto e non ho mai avuto così tanta energia, che è fondamentale - sottolinea l'architetto classe 1941 - per vivere bene a lungo".
    Per creare qualcosa di bello e che duri nel tempo, invece, i principi sono tre: "qualità dei materiali, colore e forma".
    Capisaldi sempre applicati ai suoi progetti come la church of the light, una chiesa con una croce intagliata nel muro dell'abside, per cui ha ricevuto un premio dal Vaticano: "Mi hanno consegnato 20 milioni di yen e sono rimasto molto sorpreso, evidentemente - ride - il Vaticano è molto ricco!".

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