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Brand italiani, una storia 'da favola' al Fuorisalone

Brand italiani, una storia 'da favola' al Fuorisalone

Al Design Hostel in Bovisa dalla Sip alle pastiglie Leone, marchi con 80 anni di vita

MILANO, 18 aprile 2018, 23:18

Redazione ANSA

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favole gastronomiche al telefono - i marchi - Rossana - RIPRODUZIONE RISERVATA

favole gastronomiche al telefono - i marchi - Rossana - RIPRODUZIONE RISERVATA
favole gastronomiche al telefono - i marchi - Rossana - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un vecchio telefono Sip all'ingresso, basta comporre un numero e una voce risponde conducendo il visitatore dentro una storia: sono le 'favole al telefono' ospitate per il FuoriSalone dal Design Hostel temporaneo in Bovisa e pensate per raccontare alcuni storici marchi gastronomici italiani.
    L'esposizione progettata da IDEAS Bit Factory, con design dello studio Ghigos, vede protagonisti brand con almeno 80 anni di storia come la senape Orco, il tonno Callipo, le pastiglie Leone, la caramella Rossana e il riso Acquerello. Ispirata all'opera di Gianni Rodari del 1962, la mostra inizia al telefono e prosegue nelle stanze dell'hotel, dove si accendono proiezioni che accompagnano le favole tra documenti storici, paesaggi di regioni lontane, storie di prodotti. Per assaggiare i prodotti, occorre invece spostarsi in diversi punti della città, in una sorta di caccia al tesoro culinaria.
    Le favole raccontate prendono spunto dalle reali storie dei marchi, come quella della caramella Rossana, che nasce a Perugia nel 1926 e deve il suo nome alla bella dama seicentesca amata da Cyrano di Bergerac. Per la capacità evocativa del nome o per il gusto del suo ripieno cremoso, non appena uscì sul mercato fu un grandissimo successo e in due mesi si vendette la produzione programmata per l'intera annata. Nota anche come "signora in rosso", ha mantenuto negli anni uno stile inimitabile che richiama gli stessi tratti grafici ideati dal primo grande pubblicitario italiano, Federico Seneca. 

--- Le storie in breve ---

Le favole raccontate al telefono sono ispirate al celebre volume di Gianni Rodari del 1962 e prendono spunto dalle reali storie dei marchi.

Rossana, Perugia
La caramella Rossana nasce nel 1926 e deve il suo nome alla bella dama seicentesca amata da Cyrano di Bergerac. Per la capacità evocativa del nome o per il gusto del suo ripieno cremoso, non appena uscì sul mercato fu un grandissimo successo e in due mesi si vendette la produzione programmata per l’intera annata. Il Cuore Segreto dell’elegante e raffinata Rossana è sempre stato il ripieno di mandorle e nocciole, stemperate in una crema di latte. Nota anche come “signora in rosso”, ha mantenuto negli anni uno stile inimitabile che richiama gli stessi tratti grafici ideati dal primo grande pubblicitario italiano, Federico Seneca. Il brand Rossana gode ancora oggi di una forte conoscenza ed è amata da intere generazioni di italiani. E’ molto apprezzata anche all’estero, come in Costarica, Guatemala e Stati Uniti. Prodotta fin dagli esordi da Perugina, oggi la caramella Rossana è prodotta dall’azienda dolciaria piemontese FIDA.

Acquerello, Livorno Ferraris (Vercelli)
I chicchi di Acquerello prendono il nome dall’acqua, quella delle risaie della Tenuta Colombara a Livorno Ferraris, nel cuore della provincia di Vercelli. Qui il riso viene coltivato alla fine del 1400, quando ebbe inizio la risicoltura in Italia. Nel 1935 Cesare Rondolino, il papà di Piero, sceglie di fare l’agricoltore e acquista la tenuta, famosa per i terreni fertili e ricchi d’acqua, adatti proprio alla coltivazione del riso. Nel 1971 viene affiancato dal figlio Piero e insieme si dedicano alla tradizionale coltivazione del riso. Dal 1991 Piero e il figlio Rinaldo, per ottenere la massima purezza nel raccolto, decidono di seminare solo una varietà di riso, allora quasi sconosciuta ma che meglio rappresenta la cultura gastronomica italiana: il Carnaroli. Nel 2001 Piero costruisce una nuova riseria in cui vengono installate le migliori tecnologie del passato e del presente, per elevare al massimo la qualità della trasformazione del riso. Prima di diventare Acquerello i chicchi devono riposare da 1 a 7 anni e superare una lavorazione lenta e delicata, che attraversa oltre 20 passaggi. Acquerello è l’unico riso al mondo che viene ancora sbiancato con un metodo antico, quello dell’elica, inventato nel 1884. Solo questo metodo lento e delicato lascia ogni chicco perfetto, privo di graffiature o fratture che provocherebbero una cottura non uniforme del riso. Il 18 luglio del 2015, il ‘Club des Chefs des Chefs’ (CCC), l’associazione gastronomica considerata la più esclusiva al mondo, ha scelto di visitare la Tenuta Colombara per conoscere come nasce Acquerello. In occasione della visita, è stato preparato il risotto “Acquerello CCC” realizzato dallo chef Marco Stabile con la collaborazione di tutti i presenti: Christian Garcia, chef di Alberto II di Monaco, Mark Flanagan, chef della Regina Elisabetta II d’Inghilterra, Cris Comerford, chef della Casa Bianca.

Callipo, Pizzo Calibro (VV)
Callipo è un’azienda italiana che produce tonno e conserve ittiche da 105 anni. L’azienda è oggi guidata dal Cavaliere del Lavoro Filippo Callipo che rappresenta la quarta generazione della famiglia e che, in oltre 30 anni di gestione, ha portato il marchio Callipo a diventare un gruppo di 6 aziende operanti in settori non solo gastronomici, come turismo e sport. Tutto inizia a Pizzo Calabro (VV) nel 1913, quando il fondatore Giacinto Callipo dà vita all’azienda, prima in Calabria e tra le prime in Italia ad inscatolare il pregiato Tonno del Mediterraneo, pescato con il sistema delle “tonnare fisse”. Nel 1926 l’azienda ottiene il brevetto di fornitore ufficiale della Real Casa a testimonianza dell’attenzione verso la qualità. Callipo è ora guidata da Filippo Callipo e dal figlio Giacinto, che rappresenta la quinta generazione in famiglia. Nel 2014 la Callipo Conserve Alimentari ha ottenuto un importante riconoscimento: dietro autorizzazione del Ministero per lo Sviluppo Economico è stato emesso un francobollo ordinario del valore di € 0,80 dedicato all’azienda nella serie tematica “le Eccellenze del sistema produttivo ed economico”. Ancora oggi la Callipo è una delle poche aziende, tra quelle distribuite a livello nazionale, ad effettuare la lavorazione, in tutte le sue fasi, esclusivamente in Italia nel proprio stabilimento di Maierato (VV), che si estende su una superficie di circa 34.000 mq.

Leone, Torino
Prodotte ancora come nel 1857, con i tradizionali stampi in bronzo, le Pastiglie Leone, con le loro confezioni semplici e raffinate, sono riconosciute come delle icone del made in Italy: oggetti di design simbolo della “dolce vita” in grado di evocare il ricordo di atmosfere e sapori del passato. La delicatezza dei colori delle pastiglie, abilmente abbinati ai sapori di una volta, e il rumore che fanno dentro le inconfondibili lattine rappresentano un’esperienza che accomuna l’infanzia di diverse generazioni. Ogni anno vengono confezionate circa 3 milioni di scatolette di pastiglie, in 40 gusti. Tra i più venduti di sempre svettano le pastiglie alla violetta, alla cannella e le intramontabili miste dissetanti. Composte per il 96% da puro zucchero, le pastiglie non hanno data di scadenza. Le iconiche tonalità pastello sono ottenute esclusivamente con colori naturali. Dopo il passaggio dell’impasto negli antichi stampi in bronzo, marchiati con la “L” di Leone, che creano la forma a cilindro, si passa alla fase di essiccazione, cruciale per il raggiungimento della fragranza: 36 ore in essiccatoi ad aria calda. Una volta terminato il processo, vengono racchiuse, oggi come un tempo, nelle scatolette di carta giallo e oro con fregi sabaudi e poi avvolte, a seconda dei gusti, con incarti dai colori pastello ed illustrazioni fiabesche, o custodite in caratteristiche lattine, veri e propri tesori da collezione. Una curiosità: le Pastiglie ai fiori d’arancio – Principe di Napoli sono frutto del gusto di Luigi Leone, che, poco dopo l’Unità d’Italia, le dedicò al primogenito del re: Umberto I, Principe di Napoli, titolo scelto per enfatizzare la recente unione del Paese; prima dell’Unità d’Italia, invece, il suo titolo era Principe di Piemonte; Inebriato dalle fragranze e sentori del Sud, Luigi Leone si lascia ispirare dalla pastiera napoletana e profuma le pastiglie al fiore di zagara (fior d’arancio), chiamandole “Principe di Napoli”. Ancora attuali, queste pastiglie sono uno dei gusti più iconici e venduti da Pastiglie Leone. Un’operazione di marketing ante litteram.

Levoni, Milano
Le origini di Levoni risalgono al 1911, quando Ezechiello Levoni prese in affitto il suo primo salumificio alle porte di Milano. Lì iniziò a produrre i suoi salumi mettendo in pratica l'arte della norcineria appresa lavorando alle dipendenze di artigiani milanesi. La decisione di mettersi in proprio derivò dalla sua ferrea volontà di non accettare standard qualitativi mediocri. La sua ostinazione lo spingeva, infatti, a produrre salumi di qualità superiore senza compromessi, pur consapevole dei sacrifici che questa scelta avrebbe comportato. La svolta avvenne nel 1913: all'esposizione internazionale "Modern Arts and Industry" di Londra, Ezechiello propose il suo salame Ungherese, destinato a diventare famoso in tutto il mondo, vincendo la medaglia d'oro contro le previsioni degli altri concorrenti, che sostenevano, secondo un antico detto anglosassone, che Levoni avrebbe vinto “soltanto il giorno in cui ai maiali fossero spuntati le ali”. Da qui la scelta di un maiale alato come “firma”. Negli anni successivi, Ezechiello rilevò un salumificio a Castellucchio in provincia di Mantova, località dove ha tutt’ora sede l’azienda, e cominciò ad ampliare la gamma di prodotti fino ad arrivare agli oltre 300 di oggi. I salumi sono tutti ottenuti da suini nati, allevati e trasformati in Italia. Le spezie impiegate nella lavorazione, vengono macinate subito prima di essere aggiunte agli impasti, viene utilizzato il Marsala Superiore DOP invecchiato in fusti di rovere per un’aromatizzazione fine ed elegante e l’affumicatura avviene in ricercate miscele di legni di montagna. Da questo intreccio unico di rigore Made in Italy, di abilità e di cura artigianale, di garanzie e moderni standard di sicurezza, nascono prodotti certificati 100% italiani, sulla cui bontà non si scende a compromessi.

Orco, Varese
Nel 1911 Federico Thomy fonda a Varese l’ Helvetia Spa, azienda di produzione di Surrogati del caffè distribuiti con il Marchio O.G. Si tratta di cicoria caramellata pressata che simula il gusto del caffè coloniale ma a costi più popolari. Questo permette la diffusione del “rito del caffè” presso il grande pubblico che oggi è pienamente parte del costume italiano. Nel 1923 la svolta: Helvetia affianca ai surrogati la produzione delle salse e l’anno dopo viene inaugurato il nuovo reparto per la produzione della Senape, secondo una antica ricetta molto delicata e aromatica, proposta nel caratteristico vaso “barilotto”. Il compito di trovare un nome-Marchio per il nuovo prodotto viene affidato ad un giovane francese di Gap: Achille Mauzan che, con impulso caricaturale, forse ispirato dalla naturale piccantezza del prodotto, crea l’ORCO Mangiabene. Nasce la Senape Classica ORCO. Alle salse, diventate ormai la produzione primaria dell’Azienda, si aggiunge nel 1953 la maionese, con una ricetta cremosa ispirata alle produzioni semplici e genuine fatte in casa senza addensanti né coloranti. Nel 1958 si unisce alla famiglia delle salse la Pasta di Acciughe ORCO in tubetto di alluminio: siamo in pieno boom economico e i prodotti devono essere pronti all’uso. Percorso che compie un ulteriore salto nel 1996, quando viene proposta al pubblico una confezione piccola e pratica per tutte le salse, vecchie e nuove.


   

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