"L'enorme patrimonio accumulato con le
confische dei beni della criminalità organizzata e delle mafie
deve essere messo a frutto e gestito con criteri manageriali,
come si farebbe con una azienda o un insieme di aziende, facenti
capo ad un unico soggetto finanziario. Insomma, una vera e
propria holding". A sostenerlo è Gian Maria Fara, Presidente
dell'Eurispes, intervenuto al convegno "Beni confiscati:
razionalizzazione delle procedure di gestione e destinazione" a
Roma. L'Eurispes stima che il valore dei beni confiscati alla
criminalità e alla mafia superi i 30 miliardi di euro. Se si
creasse una holding per la gestione di questo patrimonio,
sarebbe in assoluto il soggetto con la più alta concentrazione
di capitale in Italia.
Secondo di dati forniti dall'Agenzia Nazionale per
l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e
confiscati alla criminalità organizzata, alla fine del 2018, nei
sistemi informativi risultano 65.502 beni confiscati e/o
sequestrati nell'ambito di procedimenti giudiziario su tutto il
territorio nazionale. Si tratta di aziende (4.759), beni
finanziari (11.544), immobili (31,158), mobili (3.562), mobili
registrati (14.479).
Il Presidente dell'Eurispes ipotizza la nascita di una "Iri
2": "Si tratterebbe di una "Iri" con un "capitale" più alto del
capitale sociale di Eni, Enel, Assicurazioni Generali, Intesa
San Paolo, Poste Italiane e Leonardo messi insieme".
Per il Presidente dell'Eurispes "l'Agenzia Nazionale per
l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e
confiscati alla criminalità organizzata ha svolto, negli ultimi
anni, un lavoro enorme, considerando la scarsità dei mezzi e del
personale a disposizione. Ora, il Decreto Sicurezza si è fatto
carico di potenziare l'organico dell'Agenzia con l'assunzione di
nuovo personale. Tuttavia, gli importi delle confische
richiedono oggi una complessiva gestione strategica che non
soltanto si contrapponga simbolicamente al vulnus creato dalle
mafie alle nostre società, bensì crei le condizioni per un
riscatto morale ed una tenuta macroeconomica proprio dei tessuti
finanziari, imprenditoriali e produttivi interessati
negativamente dal fenomeno mafioso".
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