Dovrà lavorare con i ragazzi di una
cooperativa sociale di Milano, occupandosi di sport: è
l'attività di pubblica utilità che dovrà compiere per quattro
mesi il body builder Antonio Bini, che si è visto accogliere nei
mesi scorsi dal giudice di Milano la richiesta di "messa alla
prova ai servizi sociali", con conseguente sospensione del
processo a suo carico per lesioni aggravate dai futili motivi.
Processo nato dopo l'aggressione a un tassista avvenuta per una
banale lite di viabilità, lo scorso 28 novembre, nei pressi
della stazione Centrale.
Il 29enne, finito agli arresti domiciliari il giorno
dell'aggressione, è tornato libero il 9 febbraio in seguito al
risarcimento di 28mila euro (più 5mila di spese legali) a Pier
Federico Bossi, l'autista del taxi a cui staccò il lobo di un
orecchio. Il tassista dopo l'aggressione era stato trasportato
al Niguarda, dove gli era stato ricucito il pezzo di orecchio,
ed era stato ricoverato anche per la rottura del naso e la
lussazione di una spalla.
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