(di Alice Fumis) Ha raccontato
cent'anni di storia nei suoi libri. E' stato testimone diretto
delle discriminazioni verso la sua minoranza, quella slovena, e
della deportazione durante la Seconda Guerra Mondiale.
Soprattutto ha parlato con i giovani, perché "non
dimenticassero". E domani Boris Pahor, scrittore triestino di
lingua slovena, compirà 105 anni. Un traguardo eccezionale che
la città festeggerà in piazza, in maniera discreta, con letture
tratte dal suo libro "Piazza Oberdan". Sono circa una trentina
le opere firmate da Pahor, scrittore polemico, ma sempre
coerente e grande testimone di libertà. Nato il 26 agosto 1913,
a sette anni dal colle di Scorcola vide il rogo del 'Narodni
dom', il palazzo simbolo degli sloveni a Trieste. Un momento che
resterà per sempre impresso nella memoria e che segnerà la
svolta, l'inizio di tutto. Più volte lo scrittore ha ricordato:
"scrivere è per me anche una igiene, parlare di cose brutte del
passato aiuta a scaricarle, oltre che a creare documentazione,
fare testimonianza". E questa è stata negli anni la sua
missione. Oggi più che mai Pahor rappresenta la memoria storica
del '900. Nei suoi libri sono custoditi le tragedie e gli orrori
vissuti, perché non si perdano: dalla disgregazione dell'Impero
asburgico alla Grande Guerra, allo squadrismo e il fascismo,
l'adesione al Fronte di Liberazione sloveno, la deportazione nei
lager e il ritorno alla vita, dopo la guerra in Africa e il
sanatorio in Francia nel 1945. Con i suoi scritti, rigorosamente
in sloveno - poi tradotti in una decina di lingue -, Pahor è
stato più volte in odore di Nobel. E non ha mai abbandonato il
suo impegno sociale. Anche se i suoi viaggi di lavoro e incontri
pubblici negli anni sono diminuiti e l'abitazione-studio di
Conconello è diventata sempre più il suo caro rifugio,
quest'anno ha dimostrato ancora una volta il grande rispetto per
le istituzioni che lo contraddistingue, candidandosi lo scorso
aprile, a 104 anni, alle elezioni regionali del Friuli Venezia
Giulia con le liste della Slovenska Skupnost. Questo obiettivo,
l'autore di "Necropoli", non l'ha raggiunto. Eppure non era una
candidatura di facciata, sarebbe stata piuttosto una nuova
avventura che avrebbe volentieri intrapreso per la prima volta,
alla sua matura età.
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