Milioni di euro dell'Unione
europea sono finiti nelle tasche della mafia dei Nebrodi che
incassava contributi destinati all'agricoltura. La truffa,
scoperta dalla Guardia di finanza e dal Ros dei Carabinieri
nell'ambito di un'indagine della Dda di Messina coordinata dal
procuratore Maurizio de Lucia, ha portato all'alba
all'esecuzione di 94 misure cautelari: 48 sono finiti in
carcere, gli altri ai domiciliari. Sequestrate 151 aziende che
in otto anni, fino al 2017, hanno indebitamente incassato 5
milioni di euro.
In manette i vertici delle cosche di Tortorici, i "Bontempo
Scavo" e i "Batanesi". Ai domiciliari anche alcuni
insospettabili, come il notaio Antonino Pecoraro, accusato di
concorso esterno in associazione mafiosa; alcuni dipendenti dei
Centri di assistenza agricola e fra questi il sindaco di
Tortorici, Emanuele Galati Sardo, accusato di concorso esterno.
Le aziende ricevevano contributi Agea per terreni di cui non
disponevano, sfruttando la complicità di addetti ai controlli.
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