La nostra Penisola nel 2023 "conferma
il primato nella lista del patrimonio mondiale dell'Unesco
(l'agenzia delle Nazioni Unite che contribuisce alla costruzione
della pace attraverso la cooperazione internazionale in materia
di istruzione, scienza e cultura) con 59 beni iscritti e 32
candidati all'iscrizione", avendo, tra l'altro, "ottenuto il
riconoscimento di 20 riserve della biosfera, 11 geoparchi e 19
patrimoni culturali immateriali". A renderlo noto l'stat,
nell'undicesima edizione del Rapporto sul Benessere equo e
sostenibile (Bes).
Tutte le regioni d'Italia, recita il documento presentato
oggi, a Roma, "sono rappresentate con più di un elemento nei
diversi inventari dell'Unesco", e "si contano inoltre cinque
nuove iscrizioni nel registro nazionale dei paesaggi rurali
storici e delle pratiche agricole tradizionali del ministero
dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste".
Nel 2022, poi, rileva l'Istat, "le strutture espositive aperte
al pubblico (musei, monumenti, siti archeologici) sono 1,46 ogni
100 km2, un valore sostanzialmente stabile rispetto all'anno
precedente e ancora inferiore a quello del 2019 (1,62)".
Il Rapporto mette in luce come "l'indicatore, che a livello
regionale è ponderato con il flusso dei visitatori, presenta il
valore più alto nel Lazio (6,13), seguito a molta distanza da
Campania e Toscana (fra 3 e 3,50), Veneto e Lombardia (fra 1,50
e 2)", però "nella maggior parte delle regioni i valori sono
ancora inferiori a quelli del 2019, con avanzamenti
significativi soltanto in Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste, Umbria e
Abruzzo (oltre il 20% in più)", invece, "Marche, Puglia e
Basilicata appaiono, invece, le regioni più lontane dal pieno
recupero dei livelli del 2019" (prepandemici), si legge, infine.
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