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Fase 2: donne il 72,4% occupati in sanità e scuola

Fase 2: donne il 72,4% occupati in sanità e scuola

Studio Rur, mancano interventi a sostegno lavoro donne

ROMA, 12 maggio 2020, 13:47

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Le donne, sono il 72,4% dei lavoratori nella sanità e dell'istruzione e il 69,1% nei servizi destinati alla persona. Nei settori chiave del nuovo sociale lavorano circa 3,8 milioni di donne rispetto 1,5 milioni di uomini. Ma l'Italia è, con l'11,1% delle donne che non lavora per prendersi cura dei figli, "il paese europeo dove più donne sono costrette a rinunciare a un impiego" i bambini (in Danimarca è lo 0,9%, in Francia lo 3,5% e nella media europea 3,7%). E' quanto ricordano i dati di Eurostat elaborati da Rur nella ricerca "Le energie femminili indispensabili per ripartire" Per colmare il divario con l'Europa nell'occupazione femminile sarebbero necessari 1.617.000 nuovi posti di lavoro destinati alle donne, mentre se si volesse dimezzare il divario servirebbero 250.000 nuove occupate l'anno per il prossimo triennio.
    Lo studio sottolinea come "nel ripensare ai cambiamenti strutturali necessari a ridare slancio alla nostra economia, un ruolo decisivo dovrà ricoprire il sostegno all'occupazione e all' imprenditorialità femminile", che dipendono anche da fattori extra-economici, come i servizi per l'infanzia e dalla scuola. Non solo. La distribuzione regionale dell'impiego delle donne offre un ulteriore elemento rispetto alle strategie d'uscita dal lockdown: basti confrontare il tasso d'occupazione femminile della Provincia Autonoma di Bolzano (67,9%) o dell'Emilia Romagna (64,1%) e quello di un'altra regione che gode di ancora maggiore autonomia come la Sicilia (29,8%). "Un intervento da mettere in cantiere -chiede quindi lo studio-) è quello di incentivare occupazione e imprenditorialità femminile nel Mezzogiorno.
    "Se davvero ci sarà un A.C. (Ante Covid) e un D.C. (Dopo Covid) dovremmo immaginare un futuro sostenuto da un'economia maggiormente profilata sui bisogni di un nuovo sociale - ha commentato il presidente della RUR Giuseppe Roma - in cui conterà la salute, il sapere, lo smart working, la cultura, ambiti dove offrono un contributo decisivo le donne"
   

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