"La nascita del Rassemblement Valdôtain è stata causata da una reazione a una imposizione, una volontà di alcuni, un cambio di pelle che ci preoccupa, perché le casacche non contano se la pelle non cambia e la nostra è sempre la stessa". Lo dice Stefano Aggravi, del Rassemblement Valdotain, gruppo nato dall'uscita dalla Lega dello stesso Aggravi e dei consiglieri Dennis Brunod, Dino Planaz e dell'indipendentista Diego Lucianaz a seguito della spaccatura sulla proposta di legge elettorale del centrodestra. "Un tema che sicuramente poco appassiona, ma che poggia sui principi cardine della nostra vita democratica. Mai sottovalutare contenuti, annunci e diatribe che riguardano le leggi elettorali" e "crediamo fortemente, quasi visceralmente, che non vi possano essere influenze o direttive provenienti dall'esterno, Roma o Milano poco conta, anche e soprattutto su questi tempi", aggiunge Aggravi.
"Noi non possiamo venire meno a un principio fondamentale di chi crede concretamente nel federalismo" e "altri, alleati o non, sono liberi di fare e dipendere da chi vogliono. Sono altrettanto liberi di imporre pregiudizi e diktat ai propri alleati. Anche questo, piaccia o no, è parte della politica. Ma un partito che si dice 'federalista', una leadership politica che vuole difendere 'le libertà', come possono esseri di fatto succubi di atteggiamenti di questo genere?".
Il vicecapogruppo della Lega Vallée d'Aoste, Erik Lavy, ha commentato: "In politica c'è chi crede e chi sfrutta: oggi la trama è chiara e i registi di questa operazione pure. Gli unici perdenti sono i valdostani che sono stufi di incoerenze e di scissioni".
La Lega VdA "continuerà ad essere un punto di riferimento del territorio, delle periferie e delle terre alte. La differenza rispetto a prima è che ci saranno meno etichette, più concretezza, meno fumo narcisistico, più temi programmatici e, finalmente, più identità valdostana".
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