(di Stefano Intreccialagli)
La diplomazia scientifica è
strumento cruciale per la competitività dell'Italia, e i suoi
protagonisti, gli addetti scientifici e spaziali, sono
"ambasciatori della nostra conoscenza, custodi del sapere di
grandi figure come Galilei, Fermi e Marconi" e "rappresentano
una parte importante del mosaico della nostra politica estera".
E' il messaggio unanime emerso dall'Università degli Studi di
Padova, che per la prima volta ospita la Conferenza delle
Addette e degli Addetti Scientifici e Spaziali, quest'anno
dedicata alla "Diplomazia scientifica al servizio della crescita
dell'Italia".
Il ruolo cruciale delle donne nella scienza e
nell'innovazione e lo spazio strumento di internazionalizzazione
sono stati al centro del primo dei due giorni di conferenza,
dove ministri, rappresentanti delle istituzioni, ricercatori,
scienziati e diplomatici si incontrano per discutere il ruolo
crescente del settore della ricerca scientifica e tecnologica
per la competitività del Sistema Paese.
La politica estera "non è competenza esclusiva del ministro e
dei diplomatici, ma di ogni italiano che lavora: la
rappresentanza militare, l'industria e le Pmi, ma anche la
nostra cultura e il nostro sapere", ha sottolineato il ministro
degli Esteri Antonio Tajani, ponendo l'accento sul settore
spaziale che "significa crescita, conoscenza di nuove
opportunità, rappresenta il futuro in tanti settori sul quale
investire di più". Inoltre, bisogna "fare di più perché la
ricerca possa legarsi ancora di più al comparto industriale.
Anche nel settore dello spazio".
Gli addetti scientifici e spaziali "svolgono un ruolo a
sostegno del nostro Sistema Paese e del nostro sistema d'impresa
ieri e tanto più oggi e domani", secondo il ministro delle
Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Non a caso, la
Farnesina ha recentemente incrementato la rete degli addetti
scientifici e spaziali di oltre il 70%. Le imprese "sempre più
nelle loro attività devono mettere al centro scienza, tecnologia
e innovazione, tanto più che con loro dobbiamo affrontare la
duplice transizione, quella ecologica e digitale", ha aggiunto
Urso, sottolineando che il governo prepara per la seconda metà
di quest'anno un Chips Act italiano, provvedimento che
"affronterà in maniera organica tutto quello che riguarda la
tecnologia del futuro. A partire dall'intelligenza artificiale,
dove vorremmo che l'Italia possa e debba essere un punto di
faro". Ed entro il 2023, arriverà per l'Italia una legge
nazionale sullo spazio, segno che il settore è chiave per il
governo. Lo dimostra anche il programma Artemis per il ritorno
alla Luna, "fra i progetti centrali" per l'Italia e "fin da
adesso è importante stringere alleanze", ha detto il
viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli, per il quale "ci
sono due fattori che daranno impulso alla nuova corsa
all'aerospazio: uno negativo, la guerra in Ucraina che dimostra
quanto lo spazio sia importante per la difesa e la sicurezza".
Quello positivo è proprio Artemis, "sfida incredibile che
muoverà tutto il pianeta allo spazio come nuova frontiera".
Insieme alle voci istituzionali, gli scienziati e i
ricercatori sono stati protagonisti della giornata, raccontando
la loro testimonianza e portando suggerimenti per una efficace
sinergia tra ricerca e promozione dell'Italia. Tra loro, anche
l'eccellenza italiana nello spazio, l'astronauta Luca Parmitano
dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa). Domani, la conferenza
continua con i panel dedicati alla risposta dell'innovazione
italiana alle nuove sfide globali e alla ricerca, motore della
competitività del Sistema Paese. Tra i protagonisti, la ministra
dell'Università Anna Maria Bernini e la presidente del Cnr,
Maria Chiara Carrozza.
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