Riaperture e 'revenge spending'
determinano un nuovo record per le vendite di vino italiano, tra
i top 12 Paesi buyer esteri nel primo semestre di quest'anno,
con importazioni segnalate in crescita a valore del 7,1% sul
pari periodo 2020, e del 6,8% sul 2019, in regime pre-Covid. Lo
rileva l'Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, in vista
della "Vinitaly Special edition" in programma a Veronafiere dal
17 al 19 ottobre.
Rispetto al 2020 l'Italia sovraperforma rispetto al mercato
in Cina (+36,8%), in Germania (+9,3%) e in Russia (+29,4%),
mentre è sotto la media negli Usa (+1%, ma sul 2019 l'incremento
è di quasi il 6%), Uk (-0,4%) e Canada (+2,5%). Crescono le
importazioni dei vini fermi (+6,9%, con il prezzo medio a
+5,9%), mentre gli sparkling incrementano le vendite dell'11,1%,
con una riduzione del prezzo medio del 4,8%.
L'elaborazione riguarda gli ultimi dati doganali sulle
importazioni dei 12 principali mercati mondiali della domanda di
vino, che assieme valgono circa i tre quarti del totale export
made in Italy. Lo "scatto" di questo primo semestre - sottolinea
l'Osservatorio - rappresenta il trend di incremento più netto
registrato negli ultimi anni, e soprattutto controbilancia 'con
gli interessi' lo stop forzato del 2020.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA