Le migrazioni
porteranno a società "sempre più pluriculturali e
plurireligiose: in questo Gerusalemme è un laboratorio che forse
ha qualcosa da insegnare". Lo ha detto il Patriarca di
Gerusalemme dei Latini, monsignor Pierbattista Pizzaballa, alla
vigilia del Concistoro del 30 settembre nel corso del quale sarà
creato cardinale.
"Gerusalemme è considerata il cuore del mondo storicamente e
allo stesso tempo è periferia del mondo: è un luogo periferico
perché è un luogo di conflitto politico, religioso, con
situazioni dove ci sono disuguaglianze sociali, economiche e
civili enormi. Sappiamo che Papa Francesco è attento alla
periferia - ha detto il francescano rispondendo alla domanda dei
giornalisti sul significato della 'porpora' che il Papa ha
scelto di assegnare a lui -. Ma Gerusalemme ha anche un richiamo
universale che è indiscutibile. Questa apparente contraddizione
fa di Gerusalemme un unicum e ora, con questa nomina - ha
sottolineato in riferimento alla sua nomina a cardinale - avrà
più attenzione nel panorama della Chiesa universale e anche
nella comunità internazionale".
Pizzaballa ha anche parlato del fenomeno delle migrazioni che
"non riguarda solo il Mediterraneo e l'Europa: è un fenomeno
globale. Anche in Israele abbiamo oltre 100mila tra lavoratori
stranieri, migranti e rifugiati, penso al Sud Sudan o
all'Eritrea. Assistiamo ad un fenomeno doppio: da una parte il
numero di cristiani locali che diminuisce a causa
dell'emigrazione, all'altro l'arrivo di cristiani da altre
nazioni, filippini, indiani, latinoamericani, cinesi. E' un
fenomeno che merita attenzione che non è esente da fenomeni di
discriminazione, abusi, violazione dei diritti fondamentali
delle persone. Attenzione che la Chiesa di Terra Santa cerca di
avere nel maggior modo possibile, sia nell'attenzione ai
palestinesi che sono in attesa di una risposta al loro desiderio
di dignità sia per quanto riguarda i migranti che in alcune zone
del Paese vivono situazioni molto problematiche".
Di fronte al fenomeno delle migrazioni "non c'è una soluzione
italiana o polacca o israeliana: è un fenomeno globale che ha
bisogno dell'attenzione di tutta la comunità internazionale che
deve imparare a prendere atto che il fenomeno esiste e che
bisogna imparare a gestirlo in maniera rispettosa della dignità
della persona. Bisogna anche prendere atto che le nostre
società, a causa di queste migrazioni, saranno sempre più
plurireligiose e pluriculturali. In questo Gerusalemme è un
laboratorio che forse ha qualcosa da insegnare".
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