Con nove voti contrari (Lega, FI,
Tesei presidente), due astenuti (FdI) e sette voti favorevoli
(Pd, M5S, Patto civico, Misto), l'Assemblea legislativa ha
respinto la mozione dei consiglieri Fabio Paparelli (Pd), Thomas
De Luca (M5s), Andrea Fora (Patto civico), Vincenzo Bianconi
(Misto), Michele Bettarelli, Tommaso Bori, Simona Meloni,
Donatella Porzi (Pd), che impegnava la Giunta regionale a "non
rifuggire dalle responsabilità proprie della Istituzione e
svolgere conseguentemente un ruolo attivo in raccordo con il
Mise, la Presidenza del Consiglio dei Ministri e le Istituzioni
Europee affinché quanto sopra possa evolversi nella maniera
auspicata e portare ad un piano industriale all'altezza delle
aspettative della comunità ternana, umbra, e dell'intero Paese,
come dalle risultanze della Conferenza dello scorso 8 ottobre.
Monitorare da subito la fase di transizione, coinvolgendo le
Istituzioni locali e le parti sociali e a svolgere un ruolo
attivo nella fase di elaborazione del piano industriale presso
la presidenza del Consiglio dei Ministri, anche in relazione
alle opportunità descritte. Accompagnare le risorse aggiuntive
relative all'area di crisi complessa con adeguate ulteriori
risorse regionali per le piccole imprese e per le politiche
attive del lavoro. Richiedere ai presidenti delle Regioni Lazio
Marche e Toscana la convocazione di una formale e stabile
Conferenza interregionale sulle infrastrutture dell'Italia
mediana al fine di attuare un coordinamento strutturato e
rilanciare lo sviluppo dell'Umbria e di questa parte
dell'Italia, cogliendo tutte le opportunità che il prossimo
settennato di fondi europei e le risorse del Pnrr offrono come
opportunità unica e irripetibile".
Illustrando l'atto, Paparelli ha evidenziato che "molto spesso
gli atti di indirizzo approvati in questa Aula non trovano poi
riscontro nelle azioni dell'Esecutivo, i cui rappresentanti
peraltro sono perlopiù assenti anche durante questa seduta".
"L'Assemblea legislativa tenutasi martedì 16 novembre - ha
aggiunto - non ha prodotto alcun atto significativo, volto a
garantire un impegno costante e continuo della Giunta regionale
sulla vicenda Ast con una conseguente e piena assunzione di
responsabilità. A tutt'oggi risultano inevasi gli impegni
affidati unanimemente dall'Assemblea legislativa alla Giunta
regionale e richiesti dalle parti sociali, sia con riguardo alla
convocazione dei tavoli di monitoraggio e concertazione presso
il Mise e la presidenza del Consiglio dei Ministri per la
vicenda Ast, sia in merito al coinvolgimento delle parti sociali
alla stesura di un nuovo accordo di programma concernente lo
stato di Area di Crisi complessa dei 17 comuni del Sistema
locale del lavoro di Terni. Il rifinanziamento dell'accordo,
annunciato dall'assessore Fioroni, relativo all'area di crisi
complessa con soli 10 milioni aggiuntivi a valere sulla Legge
181, inferiore del 50% rispetto al precedente accordo, deve
essere accompagnato con risorse aggiuntive della Regione per le
piccole e medie imprese e per le politiche del lavoro, come
accaduto nel precedente accordo che ha visto un impegno
finanziario complessivo della Regione di oltre 38 milioni di
euro. L'annuncio della vendita di ThyssenKrupp al Gruppo Arvedi
del sito produttivo siderurgico di Terni, pur positivo, porta
con sé ancora molte pagine da scrivere, sia in relazione
all'antitrust, sia in relazione alla eventuale partecipazione
del Governo Italiano all'operazione e alla permanenza con quote
di minoranza di ThyssenKrupp, sia relativamente alla gestione
della fase di transizione e alla continuità degli investimenti
in campo tecnologico e ambientale, oltre alle incertezze sul
futuro del Tubificio e della stessa Sdf (una delle tre maggiori
Fucine al Mondo), al futuro di Aspasiel e tralasciando i
roboanti annunci su un eventuale ritorno alla produzione del
magnetico. Il tema dell'Area di crisi complessa necessita di un
nuovo accordo di programma che poggi su maggiori nuove risorse
nazionali e regionali e sulla riattivazione dei tavoli insediati
presso i ministeri dell'Ambiente, dell'Università e delle
lnfrastrutture per affrontare e potenziare il tema dei fattori
localizzativi e dare una risposta a vicende come quella di
Treofan sul versante della riconversione industriale".
Per Daniele Carissmi, Lega, "non è vero che la mozione delle
opposizioni non è stata discussa in Commissione". "Quel
documento - ha sostenuto - è stato ritirato per presentare
quello ora in Aula. Non sono stato obbligato da nessuno a
presentare la mia mozione su Ast. Il documento delle opposizioni
non contiene indicazioni nuove rispetto agli impegni che la
Giunta ha già preso o che l'Assemblea ha già richiesto.
L'attenzione della Giunta sulla vicenda Ast appare adeguata e
gli impegni assunti sufficienti".
"Da due anni in quest'Aula non si parla più delle vertenze
aperte" ha detto Simona Meloni, Pd. "Abbiamo richiesto la
conferenza di Terni - ha proseguito -, che però si è rivelata
una pantomima. Non è stato presentato il Piano industriale
mentre non siamo riusciti a presentare un documento unitario che
rendesse chiara l'importanza della vicenda. Anche oggi abbiamo
due mozioni diverse. In questi due anni non è stato fatto
praticamente nulla".
Stefano Pastorelli, Lega, ha affermato che "nella mozione del
collega Carissimi ci sono impegni che chiariscono quale è il
nostro approccio, che è diverso da quello delle minoranze. Non
bisogna mistificare la realtà. Noi cerchiamo di fare il meglio
che possiamo, ottenendo anche dei riscontri da parte
dell'Esecutivo. Il gruppo Lega voterà contro".
"State cercando di difendere l'indifendibile" le parole di
Fabio Paparelli, Pd. "Nella scorsa seduta - ha detto - abbiamo
presentato un atto, abbiamo accettato un emendamento concordato
con la maggioranza. Nonostante ciò, a seguito dell'intervento
della Giunta, avete votato contro la mozione, mentre il gruppo
di FdI non ha partecipato al voto. Vi hanno fatto tornare sulle
vostre posizioni, presentando poi una mozione senza alcun
impegno concreto".
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