La terza Commissione
dell'Assemblea legislativa, presieduta da Eleonora Pace, si è
riunita in videoconferenza da Palazzo Cesaroni per il parere sul
regolamento predisposto dalla Giunta regionale relativo a
"Requisiti, criteri e modalità per il rilascio
dell'autorizzazione per Centri antiviolenza (Cav) e Case
rifugio". Il documento è stato illustrato dal dirigente
regionale Luca Conti che ne ha spiegato l'importanza alla luce
dei bandi che devono essere pubblicati per la gestione dei
Centri antiviolenza.
Si tratta di un sistema complesso - si legge in una nota di
Palazzo Cesaroni -, è stato sottolineato, che conta varie
strutture, è cresciuto in assenza di una normativa quadro
nazionale e dispone, tra l'altro, di dimore segrete per la
tutela delle donne che subiscono violenza e di altre destinate
alle situazioni di emergenza. Il regolamento, con i suoi 25
articoli, rispecchia "la complessità del sistema e cerca di
disciplinare tutte le ipotesi e fattispecie giuridiche".
Definisce l'ambito di applicazione e la definizione dei
requisiti di Centri antiviolenza e Case rifugio. Viene stabilita
una definizione dei Cav, delle loro funzioni di garanzia di
protezione e di attuazione del progetto personalizzato volto
alla fuoriuscita delle donne dalla violenza, delle loro
articolazioni in residenziali e non residenziali. Stabilisce
alcuni principi "fondamentali" come il possesso di competenze
multidisciplinari del personale impiegato, la chiarezza delle
informazioni rese dal personale alle utenti sin dal primo
contatto, il rispetto della sfera di riservatezza delle donne e
l'accessibilità da parte di tutte le donne ed i propri figli
senza limitazioni. Il testo stabilisce i requisiti strutturali e
i requisiti organizzativi per i Centri antiviolenza residenziali
(struttura di ospitalità temporanea in grado di offrire
accoglienza e protezione alle donne vittime di violenza e ai
loro figli minori e di salvaguardarne l'incolumità fisica e
psichica) e non residenziali. I Cav dovranno dotarsi di una
Carta dei servizi, contenente tutte le informazioni sui servizi
disponibili che dovrà essere consegnata alla donna, a cui
allegare una scheda di valutazione del servizio offerto, resa in
forma anonima.
Il consigliere regionale del Pd Tommaso Bori ha presentato una
serie di proposte di modifica del testo, che verranno valutate e
approfondire nella prossima seduta della Commissione.
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