"Acciai speciali Terni deve essere
ceduta ad un player industriale capace di competere sui mercati
globali, al quale non interessi la mera speculazione
finanziaria. La stessa cessione deve avvenire nel complesso del
ciclo integrato, scongiurando dannosi spezzatini e
salvaguardando gli assetti industriali e i livelli occupazionali
e salariali, sia dei lavoratori diretti che dell'indotto": a
ribadirlo, in merito alla procedura di vendita dell'acciaieria
sono stati il segretario generale della Fim Cisl Umbria, Simone
Liti, e quello della Fiom Cgil, Alessandro Rampiconi, in
occasione della visita di ieri nello stabilimento del vice
segretario nazionale del Pd, Giuseppe Provenzano.
Per i due sindacalisti "può e deve giocare un ruolo centrale
il Governo nazionale, chiamato ad avviare una interlocuzione con
la multinazionale ThyssenKrupp per capirne le strategie di
fondo, a partire dal perimetro di vendita". "Non è possibile -
hanno continuato i rappresentanti di Fim e Fiom in base a quanto
viene riferito in una nota congiunta - che da quando si è
insediato il Governo Draghi il Mise non abbia mai convocato le
parti per verificare l'accordo ponte e gli sviluppi della fase 1
e poi della fase 2 della vendita".
Fim e Fiom, inoltre, hanno chiesto un intervento affinché il
Governo nazionale, e in particolare il ministro dello Sviluppo
economico, chiariscano la posizione in ordine alla produzione,
più volte definita strategica, degli acciai speciali.
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