"In Umbria 756 decessi per Covid,
di questi il 95,6% è ultra 60enne. L'elenco delle Rsa con ospiti
e operatori positivi si allunga drammaticamente. Dalla Muzi
Betti di Città di Castello, al Seppilli e al Fontenuovo di
Perugia, alla Rsa di Magione, sono poche ormai le strutture per
anziani nella nostra provincia non colpite duramente dalla
seconda ondata. Non a caso la rilevazione Istat sulla mortalità
ci ha detto che negli ultimi due mesi del 2020 i decessi in
provincia di Perugia sono aumentati del 47% rispetto alla media
degli anni precedenti". "Basta con la strage degli anziani",
sottolinea lo Spi-Cgil, che si dice pronto "ad una mobilitazione
unitaria".
"In questo periodo - afferma in una nota . Mario Bravi,
segretario generale dello spi Cgil di Perugia - intere realtà
ospedaliere a partire da Pantalla sono state interamente
convertite all'emergenza Covid, al punto da lasciare un
territorio come Todi-Marsciano senza un reale presidio
sanitario, per non parlare della Valnerina abbandonata a se
stessa".
"In questo contesto - continua Bravi - la Regione dell'Umbria si
sottrae al confronto con il sindacato e prosegue la sua azione
di sostanziale privatizzazione del sistema sanitario pubblico.
Così non va. Lo Spi Cgil di Perugia, che ha riunito il suo
direttivo in video conferenza, con i suoi oltre 40mila iscritti
intende caratterizzare il 2021 con una vasta campagna di
iniziative di mobilitazione unitaria con Fnp Cisl e Uilp Uil".
Tra queste, una campagna di mobilitazione sulla vaccinazione.
"Chiediamo inoltre - dice Bravi - la riattivazione del confronto
con la Usl Umbria 1, che si era impegnata ad un monitoraggio
settimanale sulla situazione nelle Rsa. Serve anche un confronto
per tornare a investire nella sanità pubblica e nel territorio".
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