Presidio dei sindacati fuori dal
palazzo della Provincia in piazza Dante contro le modifiche alla
legge provinciale sugli appalti. "Siamo qui perché da mesi
chiediamo alla Provincia che intervenga alla luce del codice
degli appalti. Da luglio è in vigore a livello nazionale
migliori garanzie e tutela dei contratti. Qui c'è una norma
della Provincia che tende a semplificare, che indica il
contratto di riferimento. I contratti scelti, però, non sono
migliori, e le voci scelte per garantire tutele retributive sono
scarse e pericolose perché innestano un peggioramento per i
lavoratori. Per la prima volta la legge peggiora il codice
nazionale su tutela dei più deboli per retribuzioni e diritti".
Così Maurizio Zabbeni (Fiom-Cgil).
Per Stefano Picchetti (Uil), il "problema è anche politico
perché per mesi abbiamo chiesto un incontro alla politica, per
armonizzazione la normativa nazionale (che parla di equivalenza)
e provinciale. Non possiamo fare passi indietro: non possiamo
pensare di tornare indietro su contratti come mense scuole,
sanità. Così si creano lavoratori di serie a e b". Per Michele
Bezzi (Cisl), la "legislazione a tutela lavoratori deve essere
adeguata. Non si dà importanza alla stazione appaltante. In
Trentino è un problema perché sono tante e piccole e il
personale deve assumersi responsabilità. Serve personale
qualificato, c'è preoccupazione per cosa succederà domani e per
chi si assume la responsabilità".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA