Partirà lunedì 4 settembre, in
tutte le province della Toscana, il programma di screening
gratuito sull'epatite C, infezione del fegato provocata da un
virus che si trasmette mediante contatto con sangue infetto e
dalla quale oggi si può guarire se diagnostica in tempo. Proprio
per questo la Regione Toscana ha lanciato un programma di
screening, un'azione di prevenzione significativa per la tutela
della salute individuale e collettiva, con l'obiettivo finale di
eradicare il virus.
La campagna al via dalla prossima settimana riguarda i nati
tra il 1969 e il 1989 - circa 920mila persone -, fascia di età
individuata dal ministero della Salute. E' estesa inoltre,
indipendentemente dall'età, all'intera popolazione carceraria e
a chi è seguito dai servizi pubblici per le dipendenze, dove il
programma è già stato avviato da più di un anno coinvolgendo
quasi 20mila persone. Lo screening consisterà in una test
rapido, pungidito, su sangue capillare per la ricerca di
anticorpi anti-Hcv. Il risultato sarà disponibile in pochi
minuti. Per realizzare i controlli, gratuiti per i cittadini, la
Toscana ha ricevuto dallo Stato 4,962 milioni di euro. Sono 122
le sedi delle associazioni in tutta la Toscana e 38 quelle delle
Asl dove si potrà fare il test. Tutte le informazioni e le
indicazioni operative per partecipare allo screening sono
disponibili su
www.regione.toscana.it/-/testiamoci-per-l-epatite-c.
"Questa campagna sarà una delle azioni più importanti sul
fronte della prevenzione nei mesi che rimangono da qui alla fine
dell'anno - commenta il presidente della Toscana, Eugenio Giani
-. Dopo l'emergenza del Covid, le nostre energie sono adesso
concentrate in gran parte sulla prevenzione, utile per la
salvaguardia delle singole persone ma anche per la riduzione dei
costi a carico del sistema sanitario". "Si rinnova un impegno
che ha visto la Regione Toscana in prima linea anche in passato
- sottolinea l'assessore al diritto alla salute Simone Bezzini
che ringrazia il volontario per l'aiuto nella campagna -: era il
2015 quando l'allora esecutivo regionale lanciò un programma
specifico per l'eradicazione dell'infezione, con il
coinvolgimento dei medici di medicina generale, per trattare
soggetti infetti in via cronica e noti al sistema sanitario, ma
non ancora sottoposti a terapia. Quello che facciamo adesso è
investire sulla prevenzione secondaria: partendo da una diagnosi
veloce, è infatti possibile di individuare persone inconsapevoli
di avere l'epatite C e garantire loro tempestivo accesso alla
cura".
Dal 1 gennaio 2015 al 31 settembre 2021 le persone che si
sono rivolte al servizio sanitario per l'epatite C sono
aumentate di 3.357 unità e, sempre dal 2015, sono stati 14.016 i
soggetti trattati con i nuovi agenti virali Daa.
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