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Galleria Accademia riapre sala Colosso con nuove luci

Galleria Accademia riapre sala Colosso con nuove luci

Restauro e restyling per ambiente che ospita pittura 400-500

FIRENZE, 07 febbraio 2022, 15:02

Redazione ANSA

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Riapre al pubblico domani la sala del Colosso della Galleria dell'Accademia di Firenze dopo un restauro e un restyling dell'allestimento, iniziato nell'ottobre del 2020. Tra le novità un nuovo impianto di illuminazione di ultima generazione, studiato per garantire una migliore visione delle opere e l'efficientamento energetico. I capolavori delle sala sono esaltati anche dal colore blu scelto per dipingere le pareti.
    Per quanto riguarda i lavori strutturali, è stato spiegato, è stato fatto il consolidamento delle capriate lignee e la sostituzione degli impianti. La sala del Colosso, caratterizzata dall'imponente bozzetto in terra cruda del Ratto delle Sabine, capolavoro del Giambologna, ospita la collezione della pittura fiorentina del Quattrocento e del primo Cinquecento. Dopo i lavori è stata creata una nuova saletta, a cui si accede attraverso quella del Colosso, dedicata nello specifico al Quattrocento, con opere come il Cassone Adimari dello Scheggia e la Tebaide di Paolo Uccello. La temporanea chiusura al pubblico della sala e la movimentazione delle opere è stata l'occasione per una rivalutazione del loro stato di conservazione: alcune opere sono state sottoposte a veri e propri restauri, come la Resurrezione di Cristo di Raffaellino del Garbo e la tempera su tavola di Giovan Francesco da Rimini raffigurante San Vincenzo Ferrer, mentre in altri casi l'intervento ha interessato solo le cornici dorate. "Quando abbiamo deciso di agire sulle capriate della sala del Colosso, il cui stato verteva in gravi condizioni da anni - spiega Cecilie Hollberg, direttore della Galleria dell'Accademia - è stato necessario disallestire la sala ed è stata l'occasione per risistemare l'allestimento della collezione con luci nuove e pareti colorate, per le quali abbiamo usato uno speciale blu che mi piace chiamare blu Accademia. Le opere sono state distanziate per rendere il percorso più fluido, utilizzando anche supporti più leggeri, meno invasivi, per le didascalie, tutte riviste e cambiate".
   
   

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