Importava ingenti quantità di
tessuti di contrabbando, riuscendo ad occultare al fisco ricavi
per almeno 100 milioni di euro, con la conseguente evasione
dell'Iva per circa 22 milioni di euro, dell'Irap per circa 3
milioni di euro, nonché diritti doganali per circa 200 mila
euro. E' quanto individuato dalla guardia di finanza nei
confronti di un imprenditore cinese che a Prato avrebbe messo in
piedi un sistema di due società gestite da prestanome.
L'operazione ha avuto origine l'ottobre dello scorso anno, nel
corso di due distinti maxi sequestri di tessuto importato in
Italia di contrabbando, per circa 10 milioni di metri lineari,
stoccato presso capannoni e Pronto moda. Le indagini hanno
permesso di accertare l'ipotesi investigativa dell'illecita
importazione in contrabbando di tessuto. Seguendo i flussi
finanziari, i finanzieri sono risaliti all'imprenditore cinese
che era di fatto il titolare delle due società pratesi,
ufficialmente detenute ed amministrate da prestanome.
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