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Dalai Lama riconosce bimbo mongolo nato in Usa tra i reincarnati

Dalai Lama riconosce bimbo mongolo nato in Usa tra i reincarnati

Rilancia buddismo tibetano nel Paese asiatico e sfida la Cina

NEW DELHI, 27 marzo 2023, 23:43

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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Il Dala Lama, leader spirituale del buddismo tibetano, nel corso di tre giorni di insegnamenti rivolti alla comunità dei tibetani di origine mongola a Dharamsala, la città indiana dove vive da rifugiato, ha riconosciuto un bambino di otto anni, come reincarnazione dell'ultimo grande maestro tibetano della Mongolia.
    Il quotidiano Hindustan Times scrive che il bimbo era già stato "consacrato" nel monastero tibetano di Gandan, nella capitale mongola di Ulan Bator, prima di essere presentato al Dalai Lama che lo ha accettato come decima reincarnazione del Rinpoche, (venerabile maestro) mongolo Khalkha Jetsun Dhampa. Il bambino, di cui non viene rivelata l'identità, è nato negli Stati Uniti ed è figlio di un ricco uomo d'affari mongolo.
    Il riconoscimento, tuttavia, non si traduce in una designazione alla possibile successione del Dalai Lama che, giunto ormai alla soglia degli 88 anni, ha ripetutamente affermato di non avere ancora deciso se indicare o meno a chi lasciare la guida spirituale. E se lo dovesse fare, nella comunità internazionale del buddismo tibetano sono almeno mille i lama, ovvero i maestri, riconosciuti come reincarnazioni di precedenti leader spirituali. Riconoscimento che avviene grazie a segnali che loro stessi danno o tramite le indicazioni di oracoli o delle persone a loro vicine.
    Il riconoscimento del bambino ha però un'importanza politica, perché mira a rivitalizzare la presenza del buddismo tibetano nel Paese asiatico "schiacciato" tra Russia e Cina dove, nel sedicesimo secolo, il re Altan Khan, convertitosi al buddismo, conferì il titolo di Dalai Lama (Oceano di saggezza) al maestro Gelugpa Sonam Gyatso, terzo esponente del lignaggio mongolo.
    Da tempo non erano stati riconosciuti lama mongoli rilevanti e il lignaggio rischiava di interrompersi: l'identificazione del piccolo rappresenta l'ennesima provocazione in chiave anticinese dell'anziano leader spirituale tibetano che non smette di lottare, dal suo esilio in India, per il suo Paese occupato dal 1950 da Pechino.
   

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