Centinaia di migliaia di
argentini sono scesi in piazza martedi' nelle principali citta'
del Paese a difesa delle universita' pubbliche colpite duramente
dalla motosega del presidente ultraliberista Javier Milei.
E' stata la maggiore protesta a cui si e' assistito
dall'insediamento del governo, il 10 dicembre, con un'adesione
trasversale di tutti i partiti dell'opposizione, dei sindacati e
delle organizzazioni.
Secondo gli organizzatori, solo nella capitale Buenos Aires,
al corteo confluito nella storica Piazza di Maggio, hanno
partecipato 800.000 persone.
Un adesione maggiore anche a quella registrata nella
manifestazione in occasione dello sciopero generale del 24
gennaio e nella manifestazione dell'8 marzo a difesa della legge
sull'aborto.
"Il governo sta andando contro il principale strumento di
mobilita' sociale che abbiamo, dobbiamo difendere il nostro
diritto all'educazione", ha dichiarato all'ANSA uno studente
della facolta' di ingegneria dell'Universita' di Loma de Zamora.
"Io mi sono laureata all'universita' pubblica e sono stata la
prima della mia famiglia, e ho potuto far studiare anche mio
figlio. Dobbiamo difendere l'educazione", ha affermato invece
Maria Vidal, che esibiva il suo tesserino dell'Universita' di
Buenos Aires.
Il governo ha cercato fino all'ultimo momento di disattivare
la protesta annunciando l'invio delle partite di bilancio
relative ai costi di funzionamento delle universita' per l'anno
in corso.
Un annuncio risultato tuttavia insufficiente: oltre ai fondi
per le universita' la motosega di Milei ha falciato infatti
anche i salari dei docenti, colpiti da un'inflazione arrivata al
287%.
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