Nel secondo trimestre del 2023 in
Emilia-Romagna trovano conferma i segnali di rallentamento
evidenziati nei primi mesi dell'anno. È quanto emerge
dall'indagine congiunturale sull'industria manifatturiera
dell'Emilia-Romagna, realizzata in collaborazione tra
Unioncamere, Confindustria e Intesa Sanpaolo. A presentare lo
studio sono stati Alberto Zambianchi, presidente di Unioncamere
Emilia-Romagna, Annalisa Sassi, presidente di Confindustria
Emilia-Romagna e Alessandra Florio, direttrice regionale
Emilia-Romagna e Marche di Intesa Sanpaolo.
In particolare, calano produzione (-0,3%) e ordini (-1%)
mentre tiene il fatturato(+0,7%) per effetto dell'aumento dei
prezzi. A preoccupare gli imprenditori, oltre all'inflazione e
allo scenario congiunturale, sono anche gli effetti
dell'alluvione che ha colpito larga parte della Romagna causando
danni stimati per 9 miliardi. Effetti che, secondo le stime di
Guido Caselli, direttore del centro studi e vice segretario
generale di Unioncamere Emilia-Romagna, "incideranno per una
percentuale poco superiore al 0,1% del Pil della regione", ma
che potranno essere in parte compensati dalla ricostruzione.
Parla di "un peggioramento del clima di fiducia degli
imprenditori" anche la presidente di Confindustria regionale
Annalisa Sassi, pur "in un sistema economico di grande tenuta".
In generale "registriamo una buona tenuta dei fatturati, legata
all'andamento dei prezzi dei mesi e degli anni scori", prosegue
Sassi. Anche l'occupazione cresce "e questo - conclude - ci fa
ben sperare per la tenuta dei prossimi mesi".
In questo contesto si registra anche una stretta creditizia.
Dai dati diffusi da Intesa Sanpaolo emerge che nel secondo
trimestre del 2023 in Emilia-Romagna c'è stata una flessione del
3,2% dei prestiti alle imprese su anno, ma si tratta di un calo
meno intenso rispetto a quello a livello nazionale del -5%.
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